Algeri: serve una nuova politica energetica

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ALGERIA – Algeri. 03/03/14. In una analisi della testata algerina Le matin, c’è una forte critica al governo di come ha utilizzato le risorse (gas e petrolio) dagli anni 90 ad oggi. Ovvero a fronte di molti investimenti e di ulteriori scoperte nel 2013, 32 nuovi campi scoperti, l’Ageria non ha avuto un ritorno economico rilevante. Non solo, secondo la testata che cita una relazione del Ministero per l’Energia, «si può dedurre che quasi tutti i settori dell’economia nazionale chiedono investimenti e capitali ingenti senza alcuna speranza di ritorno economico né nel breve termine, né nel lungo periodo».

Nel lungo elenco di settori in profondo rosso la testata elenca: «Il settore dell’edilizia, che vuole raggiungere un milione di abitazioni, l’educazione nel senso più ampio del termine deve far fronte a 900.000 algerini che vengono ogni anno compiono 18 anni, l’industria che ha inghiottito ogni anno somme considerevoli senza essere in grado di produrre utili, il turismo ha perso oltre 200.000 addetti laureati, che ha allungato la lista dei disoccupati sempre più gonfia di anno in anno, il settore privato ha fatto pressione per l’accesso alla manna finanziaria, mentre i ONS nella sua valutazione rileva che di 957.718 soggetti identificati quasi il 90% hanno utilizzato male i fondi elargiti dal Governo». Il fatto è che l’Algeria come altri paesi è totalmente dipendente dall’industria degli idrocarburi che avrebbero dovuto fornire liquidità e investimenti per ammodernare il paese e avviare nuove politiche energetiche. Ma in base a una relazione del Ministero dell’Energia e delle Miniere ciò non è accaduto. Il 96% dell’elettricità generata in Algeria proviene ancora dal gas. Nel medio termine, ulteriori sforzi di efficienza energetica per ridurre gli sprechi sarà necessaria. Poi nel progetto del governo vi è quello di intensificare gli sforzi per promuovere riserve di investimento delle risorse fossili. Con l’obiettivo di aggiungere all’attuale produzione energetica quella delle rinnovabili in maniera consistente entro il 2025, compresa la la costruzione di una potenza nucleare. A raffreddare l’entusiasmo di Algeri il fatto che in materia di idrocarburi il Paese nellos cacchiere internazionale non abbia molto peso: «l’Algeria non pesa molto sul scacchiere internazionale. Infatti, tre paesi, Russia (35%), Iran (15%) e Qatar (10%), hanno da soli il 60% delle riserve mondiali. Il continente asiatico, dove la crescita sembra continuare vedi Qatar non lascia Algeria penetrare in questo mercato, e questo a prescindere dal fatto che gli idrocarburi algerini sono di ottima qualità. La Russia ha già investito in gasdotti Nord Stream e South Stream, pienamente operativo a partire dal 2015.