Morsi: «Intervenire in Siria è un dovere etico»

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L’Egitto torna ad occuparsi degli affari arabi e lo vuole fare da nazione leader.

È questo il succo dell’intervento del presidente egiziano Morsi durante il primo intervento al meeting dei Paesi della LegaAraba al Cairo. Ha poi aggiunto che è arrivato il momento di un cambiamento di regime a Damasco. Ha proposto che un quartetto di Stati, Arabia Saudita, Iran, Turchia ed Egitto si incontrino per discutere del futuro siriano. Fonti egiziani hanno poi precisato che non c’è al momento alcuna formazione ufficiale per il quartetto proposto, l’idea deve essere ancora vagliata attentamente dalle cancellerie degli Stati interessati. Se Teheran sostiene ancora il regime alawita degli Assad, gli altri tre hanno formalmente chiesto il suo termine.Anche se l’idea di Morsi sembra di difficile realizzazione, ha il pregio di manifestare la volontà egiziana di porsi nuovamente al centro dello scacchiere medio-orientale.

Morsi, dopo aver chiesto a Bashar al Assad di prendere esempio dalla storia recente, e antica, del Paese, ha detto che solo gli arabi potranno risolvere la situazione nel miglior modo possibile. SI tratta del secondo appello a l’unità d’azione araba nel caso siriano fatto da Morsi, dopo quello lanciato alla riunione del Movimento dei non allineati il 30 agosto in Iran in cuoi aveva definito un «dovere etico» intervenire in Siria.