Sisi vuole far fiorire il deserto

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EGITTO – Il Cairo 19/10/2014. Nonostante le limitate risorse idriche, il governo egiziano è deciso a sviluppare la coltivazione di 4 milioni di acri al di fuori della valle del Nilo e del Delta.

Questo nuovo piano non è privo di difficoltà, tra cui mancanza di acqua e di denaro sufficiente per la bonifica. Il progetto, all’interno del programma elettorale di Abdel Fattah al-Sisi, prevede l’incremento dell’agricoltura per raggiungere la sicurezza alimentare; mira inoltre a rafforzare la competitività nei mercati nazionali e internazionali e lo sviluppo della produzione agricola egiziana. Il progetto è stato quindi adottato dal governo e il ministero dell’Agricoltura ha annunciato una serie di misure per avviare la distribuzione della terra e per sviluppare i tempi di coltura. Il 19 settembre, il ministro dell’Agricoltura e della Bonifica Adel El-Beltagy aveva annunciato l’avvio della prima fase del progetto per mettere a regime il primo milione di ettari in 11 distretti, soprattutto nel deserto occidentale.

Il governo egiziano ha adottato questo piano in un momento in cui la superficie agricola nelle terre della valle del Nilo e del Delta viene erosa a causa della continua urbanizzazione dei terreni agricoli. restano aperte tutte le questioni sulle forniture idriche. Il ministero delle Risorse Idriche ha iniziatole procedure per il trattamento delle acque con pozzi a sud dell’oasi di Siwa, a sud e ad est della Depressione di Qattara, ad ovest di Minya, a Toshka e Owaynat e nel sud-ovest dell’Egitto. La dipendenza dagli acquiferi è una soluzione temporanea, affermano gli esperti egiziani, per affrontare la scarsità d’acqua, ma la maggior parte delle acque sotterranee in Egitto è rinnovabile. Una gran parte del terreno è garantito dal governo nella prima fase del progetto, e nel Sahara occidentale si basa sulle acque sotterranee della falda acquifera del Nubian Sandstone, che si estende dall’Egitto al Ciad, passando per la Libia e il Sudan. Il piano del governo rientra nella strategia di sviluppo agricolo per l’Egitto prevista per il 2030, in grado di fornire sicurezza alimentare capace di risolvere il problema del consumo domestico. Lo Stato non ha ancora affrontato la possibilità di creare condizioni per eventuali investitori. Per gli esperti, il successo del progetto dipenderà dalla capacità dello Stato di trovare risorse idriche non tradizionali. Per la bonifica di 4 milioni di ettari di terreno sono necessari almeno 20 miliardi di metri cubi di acqua, obiettivo ritenuto impossibile alla luce della povertà dell’acqua che attualmente affligge l’Egitto. L’Egitto oggi ha 12 miliardi di metri cubi di acque reflue riutilizzabili in agricoltura, ma ne utilizza solo 5 miliardi di metri cubi. Oltre alla scarsità d’acqua, c’è l’aspetto economico e la necessità di trovare il denaro necessario per i pozzi, per il recupero e la preparazione di terreni per la coltivazione e la connessione degli impianti e delle infrastrutture, compresa elettricità e strade.
Il governo sta esaminando i meccanismi di distribuzione del territorio e i modelli di proprietà: prevede di dare la maggior parte a società estere in grado di fornire risorse finanziarie in grado di coprire i costi delle infrastrutture tese a preparare il terreno per l’agricoltura. Ci sono allo stato due linee di tendenza: piccole aree di terra, da tre a cinque ettari, per piccoli proprietari e grandi spazi, tra 20.000 e 25.000 ettari, a società di investimento arabe e non arabe, secondo una dichiarazione dal governo fatta il 17 settembre.