Jeddah: primi effetti dell’espulsione di massa

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ARABIA SAUDITA – Jeddah. 19/01/14. Cominciano a farsi sentire le ripercussioni dell’espulsione degli stranieri dall’Arabia Saudita. Un milione di lavoratori stranieri rispediti ai loro paesi d’origine in sette mesi. I primi dati economici rivelano un impatto significativo su diversi settori e una strisciante inflazione. Nel frattempo, i paesi di origine dei lavoratori migranti stanno stanno accusando il colpo di riavere disoccupati entro i loro confini. 

 

L’impatto più forte si è registrato nel settore delle costruzioni, che si basava quasi esclusivamente sulla manodopera straniera a buon mercato, il risultato dopo sette mesi dal provvedimento adottato è un enorme ritardo nella consegna dei lavori. Gli effetti del ritardo delle consegne, sono ricaduti anche sulle vendite di cemento. Novembre ha segato la più grande contrazione dell’anno mai registrata, un calo del 19 per cento, provocando una rallentamento della crescita annua fermatasi al 4,72 per cento rispetto al 4,89 per cento nel 2012.

Non solo la perdita di approvvigionamento alimentare da parte di stranieri senza documenti che gestivano bancarelle sul ciglio della strada o nei mercati ha contribuito ad un rapido aumento dei prezzi alimentari, contribuendo ad un aumento generale dell’inflazione al 3,5 per cento nel 2013 rispetto al 2,9 per cento nel 2012, secondo il saudita Ministero delle Finanze. 

La crescita in dettaglio, commercio all’ingrosso, alberghi e vendite ristorante è scesa dal 6,37 per cento nel 2012 al 6,16 per cento nel 2013.

Dati che secondo gli economisti locali vanno rivisti ancora più al ribasso. L’impatto economico è stato amplificato a causa di tre forti settori non petroliferi del regno: l’utilizzo di manodopera straniera per la costruzione, trasporto e vendita al dettaglio. Venendo meno la manodopera a basso costo straniera c’è stata una contrazione.