Jihadi Junior e l’autobomba

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STATO ISLAMICO – Raqqa 12/02/2016. In un video uscito nella giornata di ieri, viene ritratto un bambino di soli quattro anni che giustizia tre prigionieri. Si tratta del figlio di una donna inglese, figlia di una coppia di immigrati nigeriani.

Il bambino, a quanto si vede nel video, preme il bottone del detonatore che fa saltare in aria un’auto imbottita di esplosivo su cui erano, ammanettati, tre prigionieri accusati di spionaggio. Il bambino, in divisa mimetica e fascia nera con l’emblema del gruppo, dopo aver fatto esplodere l’esplosivo viene incoraggiato da un jihadista incappucciato che, accarezzandogli la testa, gli fa segno di aver fatto un buon lavoro. Nel video, poco più di otto minuti, la cui autenticità non è stata verificata, è stato identificato dai media britannici come Isa Dare, di quattro anni, che è già apparso in un’altro video a gennaio 2016; precisamente nel video che ritrae il nuovo boia britannico.
Il nuovo “Jihadi John” insulta e minaccia il premier David Cameron, e alla fine il bambino afferma che avrebbe ucciso «tutti gli infedeli» e i media britannici suggeriscono che piccolo sia il figlio di Grazia Dare, un londinese venticinquenne, figlia unica di una coppia cristiana di nigeriani, convertitasi all’Islam. La struttura del video è oramai tristemente classica: i prigionieri sono presentati come traditori e vengono ritratti ammanettati di fronte alle telecamere; durante l’interrogatorio tutti ammettono di essere spie e di aver cospirato contro Daesh.