Creatività & Insight

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ITALIA – Roma, 15/06/2016. La creatività è senza ombra di dubbio uno dei tratti distintivi dell’Uomo, sia essa applicata alla risoluzione di problemi o all’ambito artistico.

È naturale dunque che siano stati moltissimi gli autori (filosofi, pedagogisti, psicologi e scienziati) che hanno dedicato i loro studi ed approfondimenti ad un tema così vasto, che abbraccia il nostro percorso come genere umano, dai paleo-artisti di Altamura fino ad Einstein, Von Neumann ed Hawking. Esistono tuttavia due approcci differenti al tema. Già Platone, ne “La Repubblica”, distinguendo tra “dianoia” e “noesis”, definisce la creatività come una intuizione improvvisa. E dunque, con la scuola psico-pedagogica della Gestalt prende piede il concetto di insight, quale fenomeno di associazioni che danno luogo ad idee nuove, come se si trattasse di una improvvisa “illuminazione”. Henri Poincaré, l’autore della teoria del Caos, ha definito la creatività come «unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili». Tuttavia, secondo recenti studi, la creatività non è (solo) una dote innata ma è per l’85% una abilità appresa che va coltivata, sviluppata e fatta crescere. Se è vero infatti che la creatività è la capacità cognitiva della mente di creare e inventare, allora può essere anche insegnata e appresa. Ed in effetti, alcuni modelli pedagogici (Cybernetic Learning Model & Network Learning) puntano sulla circolarità dell’apprendimento… anche in rete. Secondo questo approccio, la creatività si sviluppa come un processo specifico “a più fasi”, che vanno dalla raccolta delle informazioni alla sintesi finale. Difficile dimostrare la validità assoluta di uno dei due orientamenti, soprattutto pensando alla vastità della sfera creativa.
Immaginare gli impressionisti che progettano i propri quadri è una contraddizione al termine stesso di “impressionismo”. Pur tuttavia, nel risolvere molti problemi, un processo articolato che porti – dopo la raccolta degli elementi essenziali – al momento dell’insight è comunque possibile.
Con la fine degli anni Novanta del Novecento e gli inizi del 2000, sono iniziate ricerche da parte da molti team internazionali che vedono lo studio della creatività dal punto di vista neuronale, anche attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie mediche (elettroencefalogrammi e risonanze magnetiche), per comprendere quali aree del cervello siano connesse allo sviluppo del pensiero creativo. Queste ultime ricerche sono ancora in corso.
È bello tuttavia, con un po’ di poesia, lasciare un po’ di mistero intorno a questa singolare articolazione del pensiero: resta l’immagine straordinaria (e mitica) di Archimede che, immerso nella vasca da bagno, esclama «Eureka!!!» (Ho trovato!!!), scoprendo così la soluzione al problema del peso specifico.