Costa D’Avorio. Liberi i giornalisti che hanno denunciato i termini dell’ammutinamento

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La Costa d’Avorio ha rilasciato sei giornalisti arrestati per aver pubblicato notizie che secondo le autorità avrebbero potuto incitare altri soldati alla rivolta. Lo ha comunicato il sindacato dei giornalisti ivoriani il 15 febbraio ripreso poi da Defence Web.

Gli ammutinamenti dei militari, durante i quali i soldati hanno preso il controllo per breve tempo di intere città, ha sollevato preoccupazioni circa la stabilità politica della Costa d’Avorio, una delle economie in più rapida crescita al mondo e il più grande produttore di cacao al mondo.

Il governo non aveva pagato gli stipendi pattuiti a tutti i soldati a gennaio, innescando rivolte nelle truppe che non avevano ricevuto l’aumento di stipendio.

Le Forze Speciali hanno preso la città costiera di Adiake.

Si è trattato solo dell’ultimo episodio; la Costa d’Avorio è stata teatro di una serie di rivolte scatenate da varie fazioni militari alla ricerca di benefit extra paga, dopo che il governo aveva ceduto alle proteste di un primo gruppo di ammutinati a gennaio.
I giornalisti sono stati arrestati e sottoposti dal 12 febbraio a giorni di interrogatori, dopo aver pubblicato i dettagli dell’accordo raggiunto tra soldati e governo. Le autorità ivoriane hanno detto che questo fatto potrebbe compromettere la stabilità nella nazione dell’Africa occidentale.

Moussa Traore, presidente dell’Unione nazionale dei giornalisti della Costa d’Avorio, ha detto che erano stati liberati nella notte del 14 febbraio e ha definito la decisione come «una vittoria per la libertà di stampa».
Tuttavia, Yacouba Gbane, direttore del quotidiano Le Temps, uno dei sei giornalisti detenuti, ha detto che sono stati nuovamente denunciati prima del loro rilascio e potrebbero ancora affrontare un processo.

«Il giudice istruttore ci ha detto che siamo ancora accusati di interferire con la sicurezza dello Stato e con la divulgazione di informazioni false e che possiamo essere arrestati da un momento all’altro», ha detto Gbane.

Il giudice deciderà se perseguire i sei, anche se i media del paese ritengono che sia improbabile.

Luigi Medici