CORONAVIRUS: RISCHI SANITARI E TRASPORTI

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Nel momento in cui scriviamo questo articolo Coronavirus, nel mondo, ha causato 17.205 casi complessivi e 361 morti. 21.558 sono i casi sospetti e le guarigioni fanno segnare un positivo 475.

L’Italia è in stato d’emergenza sanitaria e, per il momento, si registrano solo due casi verificati di contagio.

La città di Wuhan ha terminato la costruzione dell’ospedale e, con lo scopo di limitare al massimo i contagi potenziali, è stata imposta una seria limitazione alle possibilità di movimento. Dalle notizie raccolte, ogni nucleo famigliare avrà un solo componente autorizzato a muoversi (ogni due giorni) per acquistare “i beni di prima necessità”. Al di fuori della Cina per il momento si registra una sola vittima, un cittadino cinese, deceduto nelle Filippine.

Il Governo italiano ha affidato la gestione di questa grave emergenza alla Protezione Civile e Angelo Borrelli è il Commissario individuato per affrontare il problema. 

È stata decisa la chiusura dei voli da e per la Cina e sono state definite le modalità ed i criteri per i controlli. Lo Spallanzani di Roma è il centro dove saranno effettuare le analisi di verifica dei casi «sospetti».

L’ordinanza della Protezione Civile attiva Regioni e Asl per la scelta degli Ospedali dove organizzare strutture “dedicate” nel caso in cui fosse necessario affrontare una situazione più complessa. Procedure semplificate assicureranno mascherine, siringhe, materiali, farmaci con la velocità necessaria.

Il Ministero della Salute italiano sul sito www.ministerosalute.it, ha pubblicato “le regole” per la migliore protezione dai virus respiratori ed è attivo un numero verde , il 1500. 

Siamo formalmente e ufficialmente in uno stato di emergenza sanitaria mondiale, “stato” che viene proclamato dalla OMS Organizzazione Mondiale della Sanità quando si verifica un rischio di salute pubblica esteso a diversi Stati che suggerisce la necessità di adottare approcci coordinati a livello internazionale.

 Coronavirus vede l’attivazione di un comitato con 20 esperti, 15 come membri effettivi e cinque advisor.  Tutti i Paesi vengono allertati sui potenziali rischi di contagio provenienti dalle zone interessate e la possibilità che possano essere contagiate anche persone non legate alle aree specifiche del “focolaio”. 


Nel 2009 era stato attivato un analogo “stato di emergenza” per l’influenza suina, nel 2014  per l’epidemia di polio e quella di Ebola e  nel 2016 per l’epidemia di Zika.  Nel 2019, in Congo, ci fu una attivazione per fronteggiare l’epidemia di Ebola, l’unica emergenza ancora attiva insieme a quella per la polio.

Per far fronte alla crisi del nuovo coronavirus Wuhan ha costruito in tempi record una struttura specifica denominata  Huoshenshan gestita da medici militari.

La trasmissione da una persona infetta a un’altra avviene attraverso la saliva, tossendo e starnutendo; oppure a seguito di contatti diretti personali; oppure ancora dopo aver maneggiato oggetto contaminato dal virus e poi essersi portate le mani (non ancora lavate) alla bocca, sul naso o sugli occhi; infine, eventualità molto rara,  per contaminazione fecale. 

In questo momento non sono stati definiti vaccini e non vi sono trattamenti specifici. I ricercatori italiani hanno isolato il virus. Come si legge su molte fonti aperte, vi sono alcune azioni che possono mitigare significativamente i rischi di contagio: «Lavandosi spesso le mani con acqua e sapone; starnutendo o tossendo in un fazzoletto, e gettando poi i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso. È opportuno evitare contatti ravvicinati con persone che sono malate o che mostrino sintomi di malattie respiratorie, evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e bevande non imbottigliate. Infine pulire e disinfettare oggetti e superfici che possono essere state contaminate».

Il coronavirus.
I virus sono entità biologiche che invadono un organismo e ne sfruttano le risorse. I coronavirus utilizzano come materiale genetico l’RNA, cioè l’acido ribonucleico. Questi tipi di virus si chiamano così perché al microscopio elettronico appaiono come piccoli globuli, sui quali ci sono tante piccole punte che ricordano quelle di una corona.

 
I coronavirus sono diffusi tra varie specie di mammiferi e uccelli e infettano il loro apparato respiratorio e gastrointestinale. In alcuni casi questi virus contagiano gli esseri umani.

Questo coronavirus inizialmente causa sintomi simili a un’influenza: congestione nasale, mal di gola, spossatezza, febbre ma in alcuni casi la malattia progredisce creando un’infiammazione polmonare che può rivelarsi mortale.

La febbre suina, virus H1N1, nel 2009 causò la morte di circa mezzo milione di persone e ogni anno , in tutto il mondo, per le complicazioni della comune influenza, vi sono centinaia di migliaia di decessi. Il nuovo coronavirus sembra essere più aggressivo del virus che fu la causa della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), identificato tra il 2002 e il 2003 (probabilmente la malattia più conosciuta connessa con un coronavirus). Nel 2003 furono registrati circa 8mila casi di SARS, nel 10 per cento dei casi, letale.

Per questo coronavirus 10-14 giorni è in media il periodo di incubazione. Secondo diverse ipotesi si è contagiosi anche nel periodo di incubazione, quindi, prima di sviluppare i sintomi. Questo elemento  potrebbe ostacolare in parte il contenimento del virus; alcune persone potrebbero non sapere di essere infette ed avere quindi interazioni con terzi oppure intraprendere viaggi.

Gocce di saliva e di muco di persone infette, con le quali si entra in contatto, sembrerebbero essere il primo veicolo di contagio. La diffusione per via aerea al momento sembra meno frequente.


Fuori dalla Cina, il primo punto di accesso della malattia sono gli aeroporti, meno i porti. Tendenzialmente le procedure (anche se non esiste ancora un singolo rigido standard per tutti i paesi) prevedono o l’ingresso del personale sanitario sugli aerei appena atterrati dalla Cina per rilevare la temperatura dei passeggeri o una misurazione dopo lo sbarco.

In Europa i singoli stati membri si coordinano con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) dell’Unione Europea. L’ECDC ha definito “alto” il potenziale impatto di una epidemia e probabile una diffusione del virus su scala globale. Il rischio maggiore è dovuto alla circolazione di persone prima che fosse noto il virus (oggi un rischio inferiore, considerati i controlli e i crescenti elementi conoscitivi).

Per ora il virus sembra causare sintomi meno gravi rispetto alla SARS, può comunque avere conseguenze serie nelle persone che hanno in concomitanza un quadro caratterizzato da ulteriori problemi di salute. Ci sono inoltre sporadiche segnalazioni di complicazioni che interessano soggetti giovani e in salute.

L’università di Southampton ha elaborato un modello basato sul volume dei viaggiatori dalla Cina che ha stimato  le città in tutto il mondo con la maggiore probabilità di avere casi di contagio. Il modello matematico stima il flusso di viaggiatori provenienti dalla Cina verso ciascun paese nei tre mesi a cavallo del capodanno lunare (due settimane prima e due mesi e mezzo dopo la festività). 

Non si tratta di un modello fondato sull’intensità dell’epidemia ma sulla stima del numero di viaggiatori che hanno preso l’aereo da alcune delle principali città cinesi in un periodo compreso fra il 21 gennaio e il 19 febbraio (Foto diapertura). 

Dall’indagine la città con il rischio più alto è Bangkok, in Thailandia, e a seguire, sia nel modello che nella realtà, c’è Hong Kong. Di seguito, la mappa del rischio sulla base del volume dei passeggeri che hanno volato da 18 città cinesi ad alto rischio.

Fra i paesi europei, al 15° posto c’è la Germania, al 19° l’Italia, al 21° la Francia e al 24° la Spagna. Queste valutazioni assumono un’importanza significativa considerando che molti soggetti potrebbero aver viaggiato in una fase in cui non si erano ancora manifestati chiaramente i sintomi.

Sono inoltre da tenere in considerazione i flussi diretti e quelli con scalo intermedio, quindi “indiretti” (ad esempio con scalo a Dubai,  Doha,  Istanbul,  Mosca), o ancora voli che coinvolgono primari aeroporti europei, scelti per utilizzare offerte di prezzo più convenienti anche se il tempo di trasferimento risulta di maggiore durata.  

Attualmente lo “stato dei collegamenti” da e per la Cina è articolato, ecco alcuni elementi (senza presunzione di esaustività) delle decisioni di sospensione/riduzione:

  • KLM – sospensione voli su Chengdu e Hangzhou e riduzione voli per Shanghai.
  • Air France – sospensione voli sino al 24 febbraio dei tre voli settimanali su Wuhan.
  • Finnair – fino a fine marzo cancellazione voli per l’aeroporto internazionale di Pechino Daxing e i bisettimanali per Nanchino.
  • Lufthansa – sospensione voli fino al 9 febbraio, coinvolte anche Swiss e Austrian Airlines.
  • Air Canada – sospensione voli fino al 29 febbraio da Toronto, Montreal e Vancouver per Pechino e Shanghai.
  • American Airlines e Delta, , Air New ZelandQantas e Qatar Airways hanno operato sospensioni
  • Ukraine International Airlines – sospensione sino al 24 febbraio voli su Hainan.
  • Seoul Air- sospensione voli  da/per Wuhan, Zhangjiajie e Linyi.
  • Cathay Pacific – riduzione voli verso 24 destinazioni a 240 settimanali con implicazioni su Cathay Pacific Airways, Air Hong Kong, Cathay Dragon e Hong Kong Express.
  • Air India – sospensione voli sino al 14 febbraio – Delhi-Shanghai.
  • Asiana Airlines – sospensione temporanea voli per Guilin, Changsha e Haikou.
  • Jetstar Asia – sospensione temporanea fino a fine marzo dei voli per Hefei, Guiyang e Xuzhou.
  • Korean Air sospensione temporanea da fine gennaio dei voli su Wuhan.
  • Eva Air – cancellazione parziale voli da febbraio. 
  • Lion Air  – sospensione voli dagli aeroporti internazionali di Manado, Surabaya, Giacarta, Batam e da Denpasar (Bali) a da 15 aeroporti in Cina.

Ma oltre agli aspetti “oggettivi” qual ’è la percezione delle persone sul rischio che questo mondo “ristretto” comporta sui temi sanitari (e non solo?).

AGC Communication ha realizzato una analisi agendo su “fonti aperte” e i primi risultati saranno disponibili a Marzo, nel volume “RISCHI SANITARI E TRASPORTI AEREI E MARITTIMI: IL PERCEPITO DEI CITTADINI E DEI TERRITORI (ANCHE CON IMPORTANTI ELEMENTI RIGUARDANTI LA DIMENSIONE AMBIENTALE)”.

La ricerca è stata sintetizzata in un volume di 160 pagine, di facile lettura e con un prezzo da larga diffusione (20 euro). 

È naturalmente possibile prenotare il RAPPORTO DI DETTAGLIO 2020 (280 pagine, 139 euro), che sarà disponibile ad Aprile e che, su richiesta, può essere integrato da analisi personalizzate (in tempi tecnici corrispondenti con la complessità e l’ampiezza delle personalizzazioni).

Redazione