CORONAVIRUS. I rischi per l’Africa

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Il coronavirus, che si sta diffondendo rapidamente, ha devastato gran parte del mondo sviluppato, ma finora non è stato confermato nemmeno un caso in Africa, il continente meno attrezzato per affrontare l’epidemia. Anche se non c’è stato un caso confermato del nuovo coronavirus in Africa, le autorità sanitarie internazionali sono sempre più preoccupate per la minaccia che incombe sul continente in cui si stima che ora vivano circa un milione di cinesi.

Nel corso degli anni, la Cina ha stretto legami finanziari e politici in molti Paesi africani, aumentando il rischio di esposizione al nuovo virus. Secondo Bloomberg, circa 20 Paesi del continente hanno già emesso avvisi di possibili casi, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità è sempre più preoccupata per la preparazione dell’Africa a gestire un afflusso di casi di coronavirus.

Fino alla settimana scorsa, riporta Digital Journal, c’erano solo due laboratori in Africa che avevano i reagenti necessari per testare i campioni per il coronavirus: l’Institut Pasteur de Dakar, in Senegal, e un altro in Sudafrica. La scorsa settimana, altri quattro Paesi, Ghana, Madagascar, Nigeria e Sierra Leone hanno annunciato di poter condurre anche loro dei test.

Tredici nazioni, tra cui Nigeria, Sudafrica, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Zambia sono state identificate dall’Oms come aree particolarmente a rischio e come zone prioritarie per fermare la diffusione del virus.

In un ospedale cinese in Zambia, gli operatori sanitari hanno ricevuto l’ordine di non parlare pubblicamente del nuovo virus che ha ucciso centinaia di persone in tutto il mondo. 

La Cbc Canada riferisce che un funzionario zambiano ha riconosciuto per la prima volta che il suo Paese stava seguendo un numero imprecisato di casi sospetti.

Il continente africano ha visto più della sua quota di focolai di malattie infettive, eppure, nel corso degli anni, ha anche fatto molti progressi nel trattare i virus altamente patogeni.

L’epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, iniziata nel 2018, ha infettato circa 3.350 persone e ne ha uccise 2.210. Sette delle dieci nazioni che circondano i confini della Repubblica Democratica del Congo hanno costruito strutture di isolamento e hanno addestrato personale per la loro gestione. Nel 2019, la RDC ha affrontato oltre 6.000 casi di morbillo, mentre il Mozambico ha dovuto affrontare un’ondata di casi di colera dopo essere stato colpito da un ciclone tropicale.

L’Oms sta inviando kit di analisi a 29 laboratori del continente per assicurarsi che abbiano la capacità di affrontare il virus. Si spera che entro la fine di questo mese, 36 nazioni avranno la possibilità di effettuare test specifici per il coronavirus.

La Croce Rossa nigeriana dice di aver messo in allerta un milione di volontari; questa mobilitazione aiuterà a contenere la diffusione del virus e, si spera, a contenere la diffusione della febbre di Lassa in tutto il paese.

Tommaso dal Passo