COREA DEL SUD. Seul non vede più i missili nordcoreani

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L’11 ottobre Chong Jong-sup, membro dell’opposizione parlamentare sudcoreana, ha rivelato che le navi della Corea del Sud non sono riuscite a rilevare numerosi missili lanciati dalla Corea del Nord tra maggio e settembre 2019. L’incapacità di Seoul di rilevare questi lanci indica la necessità della Corea del Sud di rivalutare non solo le sue capacità di difesa dai missili balistici, ma anche la sua recente decisione di porre fine all’accordo bilaterale d’intelligence con il Giappone, Gsomia. 

Secondo Chong, le navi della Marina sudcoreana equipaggiate con il sistema di difesa Aegis non sono riuscite a rilevare e seguire i lanci di missili balistici nordcoreani il 4 maggio, 9 maggio, 25 luglio, 2 agosto e 10 settembre. Secondo il Congressional Research Service degli Stati Uniti, il sistema di difesa dei missili balistici Aegis offre alle navi la «capacità di fornire una difesa regionale contro gli attacchi di missili balistici a breve e medio raggio». Attualmente, gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone dispiegano cacciatorpediniere equipaggiate da Aegis nella regione del Pacifico.

Gli errori di rilevamento coincidono con un notevole aumento dei test dei missili balistici nordcoreani. Dal maggio 2019 la Corea del Nord ha condotto 12 test sulle armi. L’ultimo test missilistico ha riguardato un missile balistico lanciato da un sottomarino che ha evidenziato il tentativo di Pyongyang di assicurare una seconda capacità di attacco. La Corea del Nord continuerà probabilmente a condurre test missilistici periodici se il regime insiste nel mantenere le armi nucleari e i programmi di missili balistici. Dopo i falliti colloqui di Hanoi, Vietnam, e Stoccolma, i test nordcoreani riaffermano l’intenzione di Kim di mantenere tutte le sue armi, cercando concessioni dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, riporta Defense News.

Seul, che attualmente possiede tre cacciatorpediniere di classe Kdx III equipaggiate con il sistema di difesa balistica Aegis, prevede di aumentare la sua flotta Aegis costruendo altri tre cacciatorpediniere equipaggiati in modo simile entro il 2028. Mentre l’aumento delle dimensioni della flotta aiuterà a rafforzare le difese di Seoul, le navi Aegis della Corea del Sud possono solo scambiare dati mirati con le navi statunitensi, e non con quelle giapponesi. Questo perché le navi statunitensi e sudcoreane condividono un sistema di crittografia comune, mentre le navi giapponesi ne hanno uno diverso. La condivisione delle informazioni non solo migliorerebbe l’interoperabilità nave-nave tra gli Stati Uniti e la Corea del Sud, ma garantirebbe anche che il sistema di difesa dei missili balistici Aegis abbia una solida capacità di difesa contro i missili nordcoreani. 

Nel 2016, Tokyo e Seul hanno cercato di superare questo ostacolo con una soluzione alternativa, firmando l’accordo di condivisione dell’intelligence militare conosciuto come General Security of Military Information Agreement, o Gsomia. Questo patto ha permesso alla Corea del Sud e al Giappone di trasmettere informazioni sui missili nordcoreani che le loro navi Aegis non potevano condividere tra loro. Seoul ha annunciato in agosto che non avrebbe rinnovato il Gsomia vista la disputa commerciale in corso tra le due nazioni.  

Nonostante tutto, la Corea del Sud continua a rispettare Gsomia, in attesa della sua scadenza il 22 novembre.

Antonio Albanese