COREA DEL SUD. L’intelligence condivisa con Tokyo è un’“opzione praticabile”

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Mantenere l’accordo della Corea del Sud con il Giappone sullo scambio di informazioni militari è una “opzione praticabile” a seconda dell’atteggiamento del paese vicino sul controllo delle esportazioni contro Seoul, ha detto il 12 febbraio la Casa Blu, la presidenza sudcoreana. Seoul aveva inizialmente deciso di chiudere l’accordo lo scorso novembre per protestare contro i blocchi delle esportazioni di Tokyo, apparentemente collegati a una disputa storica, ma ha poi sospeso la mossa dopo un accordo bilaterale sugli affari commerciali.

Il Giappone ha poi allentato alcune restrizioni all’esportazione, ma la Corea del Sud ha definito la misura come insufficiente, chiedendo che fosse riportata ai livelli precedenti. Il ministro degli Esteri sudcoreano Kang Kyung-Wha ha dichiarato la scorsa settimana che il suo Paese ha il diritto di “riattivare” la cessazione del Gsomia in qualsiasi momento, riporta Yonhap.

Il quotidiano JoongAng Ilbo riporta che la presidenza sudcoreana è propensa a lasciare l’accordo e ha incaricato il ministero Kang di rivedere un piano d’azione. Il quotidiano di Seoul ha detto che i funzionari della Casa Blu vogliono risolvere la questione Gsomia entro la fine di marzo, con le elezioni generali previste per il 15 aprile.

Moon dovrebbe tenere il suo discorso del Movimento per l’Indipendenza del 1° marzo, in cui offrirà un aggiornamento sulla posizione della sua Amministrazione sulla questione giapponese. La Corea del Sud non sta vincolando la sua dichiarata intenzione di espandere la portata dello sviluppo missilistico alle trattative con gli Stati Uniti sulla condivisione dei costi della difesa.

Nei giorni scorsi era uscita la notizia secondo cui il presidente Donald Trump non è interessato a tenere un summit con il leader nordcoreano Kim Jong-un prima delle elezioni presidenziali di novembre, secondo la Cnn, Trump ha detto ai suoi principali consulenti di politica estera che non vuole un altro vertice con Kim prima delle elezioni.

Tommaso dal Passo