COREA DEL NORD. Trump tenta la conciliazione e Kim morde ancora 

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La Corea del Nord, l’8 gennaio, ha continuato la sua dura retorica rivolta agli Stati Uniti, nonostante le recenti osservazioni conciliatorie del presidente statunitense Donald Trump, che ha fatto chiaramente menzione alla necessità del dialogo con il Nord.

Il 6 gennaio, Trump aveva detto di essere disposto a parlare direttamente con il leader nordcoreano Kim Jong-un e che spera che le due Coree discutano «molto più delle Olimpiadi» nei prossimi colloqui intercoreani sulla partecipazione del Nord ai Giochi Olimpici Invernali, che si terranno nella città sudcoreana di PyeongChang, il 9 gennaio.

«Le forze imperialiste, guidate dagli Stati Uniti, stanno violentemente infrangendo la sovranità di altri paesi e massacrando pacifici residenti», riporta il Rodong Sinmun, il giornale del Partito dei lavoratori al governo del Nord, in un servizio dal titolo: Posizione ferma della Corea del Nord sulla politica estera, ripreso da Yonhap.

«La situazione internazionale di oggi richiede il fondamentale rovesciamento di un mondo ineguale, in cui le interferenze negli affari interni di altri Stati sovrani sono sfacciatamente portate avanti da forze reazionarie imperialiste guidate dagli Stati Uniti, e i principi fondamentali nelle relazioni internazionali sono apertamente ignorati (…) L’ordine internazionale diseguale, guidato dagli Stati Uniti, è ora scosso dalle radici della nostra Repubblica che è emersa come un nuovo stato strategico, in grado di porre una vera e propria minaccia nucleare alla terraferma degli Stati Uniti», prosegue il Rodong Sinmun.

Commentando il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte di Trump, il quotidiano lo ha definito «l’atto di un mercante di guerra che distrugge la pace nel mondo».

Anche Kcna non è da meno: «Gli Stati Uniti stanno intensificando la situazione internazionale esportando armi (…) Quanto più gli Stati Uniti corrono ciecamente verso il pericolo incontrollabile, la prima, “l’unica superpotenza” incontrerà la sua miserabile fine. Le forze satelliti farebbero bene a tenere a mente che dovranno amaramente rimpiangere i loro comportamenti, se ballano come marionette guidate dagli Usa  verso la rovina».

Antonio Albanese