COREA DEL NORD: Se il Giappone è impudente, Pyongyang?

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Il Giappone sta diventando «impudente nel commentare la linea Mangyongbong» della Corea del Nord. In un commento della Kcns, Pyongyang fustiga le prese di posizione del governo nipponico sulla questione e legandola alle sanzioni Onu.

«Il premier del Giappone ha dichiarato che avrebbe tenuto conto dell’impatto dell’operazione di Mangyongbong sugli sforzi di altri paesi per affrontare la questione dei programmi nucleari e missilistici di Pyongyang. E il ministro degli Esteri ha affermato con imprudenza che il Giappone si aspetta che la Russia tenga un approccio responsabile per risolvere il problema coreano», tuona Kcna.

L’agenzia nordcoreana fa riferimento all’apertura della linea “traghetti” tra il porto di Vladivostock e quello nordcoreano di Rajin che servirà, secondo i nordcoreani, a facilitare gli spostamenti dei lavoratori del paese in Russia e favorirà la presenza di turismo cinese in Corea del Nord. 

«Questa è solo la manifestazione della politica ostile e reazionaria dei giapponesi verso la Rpdc. Il Giappone non ha il diritto di dire questo o quello sulla linea. La linea di navigazione è solo una nave turistica internazionale che contribuisce a promuovere i legami economici e lo scambio umanitario in base ad un accordo tra la Rpdc e la Russia. Il Giappone ha messo un embargo sulla linea per più di un decennio, bloccando il percorso marittimo dei coreani in Giappone per aver visitato la loro patria. Non contento di questo abuso di diritti umani, falsando anche lo scambio economico regolare e le visite tra i paesi, ha rivelato ancora una volta la natura orribile della sua politica ostile alla Rpdc».

Pyongyang quindi prosegue con la sua campagna denigratoria delle richieste giapponesi di rispetto delle decisioni Onu definendole mosse legati agli Usa, di cui sarebbero schiavi, e tese a invadere la Corea per una seconda volta.

«Nel 2003, quando la Rpdc era uno stato non nucleare, il Giappone ha scoperto un piano eversivo per giustificare le sue mosse contro la Rpdc e l’Associazione Generale dei Residenti Coreani in Giappone, Chongryon, definendo una simile linea marittima come un flusso di contrabbando di droga. Il regime giapponese giustifica la sua politica ostile alla Rpdc, (…) definendo una “minaccia” le nostre decisioni verso il Giappone e il mondo. La recente accusa dei reazionari giapponesi contro di noi è solo un’apparenza, è solo una parte di una campagna di inganno. È loro scopo soffocare la Rpdc attraverso un completo blocco economico per garantirsi l’opportunità favorevole per lanciare una nuova invasione».

Antonio Albanese