COREA DEL NORD. Pyongyang detta le condizioni per riprendere il dialogo con Washington

223

Il direttore generale del dipartimento degli Affari Americani del ministero degli Affari Esteri della Corea del Nord ha indicato tre condizioni che devono essere soddisfatte affinché i negoziati nordcoreani e statunitensi possano riprendere. Ha anche detto che le autorità sudcoreane dovrebbero “occuparsi dei loro affari interni” per quanto riguarda il dialogo nordcoreano con gli Stati Uniti.

Stando a quanto riporta Hankyoreh, il 27 giugno, la Korean Central News Agency, Kcna, ha pubblicato una dichiarazione rilasciata da Kwon Jong-gun, direttore generale del Dipartimento degli Affari Americani del Ministero degli Esteri nordcoreano, in cui sono state date tre condizioni per la ripresa dei negoziati.

«Anche se dobbiamo pensare di tenere un dialogo con gli Stati Uniti, dobbiamo prima di tutto vedere un adeguato approccio negoziale da parte degli Stati Uniti. Il negoziato dovrebbe essere condotto con una controparte che abbia un buon senso della comunicazione, e potrebbe essere possibile solo quando gli Stati Uniti presentino una controproposta adeguata», ha detto Kwon nel comunicato. Il 26 giugno, la Kcna ha riferito di un’altra dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano che definisce il Segretario di Stato americano Mike Pompeo e altri come «politici che hanno un antagonismo viscerale verso la Rpdc».

Sottolineando che «le parti del dialogo Rpdc-Usa non sono altro che la Rpdc e gli Stati Uniti», Kwon ha detto che le autorità sudcoreane «non hanno nulla da immischiarsi nel dialogo» e ha sottolineato che «non ci sarà un evento del genere in cui qualcosa passerà attraverso le autorità sudcoreane (…) Le autorità sudcoreane stanno dando un’ampia pubblicità come se il Nord e il Sud avessero varie forme di scambio e incontri a porte chiuse, ma la realtà è il contrario», ha continuato.

Per ora, la dichiarazione viene vista come parte di una campagna di pressione contro Seoul in vista della visita del presidente americano Donald Trump il 29 giugno. Allo stesso tempo, la sua argomentazione che contesta la traiettoria di base del processo di pace nella penisola coreana – che si è sviluppato come un “viaggio condiviso” dai leader sudcoreani, nordcoreani e statunitensi dalla Dichiarazione di Panmunjeom del 27 aprile dello scorso anno – solleva interrogativi sulle motivazioni alla base di tale processo.

Antonio Albanese