COREA DEL NORD. Pechino punta su un uomo nuovo

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Pechino punta su un uomo nuovo, nell’impostare la sua politica nell’area coreana ed asiatica. Come riporta Scmp, si tratta di Kong Xuanyo, oggi diplomatico responsabile degli affari nordcoreani e asiatici che è stato promosso a vice ministro degli Esteri. Questa nomina potrebbe essere la prima di un più ampio rimpasto al ministero degli Esteri.

La promozione di Kong, esperto giapponese e nuovo uomo di punta della Cina per disinnescare le tensioni con Pyongyang, getta anche luce su come Pechino prevede di lanciare la nuova era della diplomazia da potenza globale, illustrata da Xi Jinping al congresso di ottobre.

Inoltre è anche un chiaro segnale di come Pechino vuole migliorare i legami con le grandi potenze asiatiche come il Giappone. Kong, 58 anni, parla giapponese fluentemente e ha gestito i problemi con il Giappone ricoprendo vari incarichi nelle missioni diplomatiche cinesi in Giappone dalla metà degli anni’ 80, secondo il sito web del ministero. Le relazioni di Pechino con Tokyo sono tese da oltre un decennio per questioni territoriali e storiche  e la situazione è peggiorata da quando Xi ha assunto l’incarico nel 2012.

Ci sono stati recenti segnali di cambiamento: sia Xi che il premier nipponico Shinzo Abe hanno promesso un “nuovo inizio” nel loro ultimo incontro Asean, e hanno promesso di operare insieme per evitare il confronto militare con il leader nordcoreano Kim Jong-un.

Abe sembra essere interessato ad avvicinarsi a Pechino, soprattutto dopo che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sviluppato un rapporto personale con Xi l’anno scorso. A parte l’ambizione personale di Abe di mantenere il Giappone un attore influente a livello regionale, Tokyo intende trattare con una Cina in rapida ascesa.

Kong è anche considerato un esperto di lingua coreana ed è stato ufficialmente nominato inviato principale della Cina sulle questioni penisola coreana nel mese di agosto. Ma i lunghi colloqui sulla denuclearizzazione a sei (Cina, Stati Uniti, Corea del Nord e Corea del Sud, Russia e Giappone) guidati da Pechino non sarebbero più considerati la via da seguire.

Antonio Albanese