COREA DEL NORD. Nessuno ci può denuclearizzare con le armi

425

«Il mondo è sconvolto dalla nascita delle armi Juche, le armi strategiche della Rpdc».

Così apre un servizio dell’agenzia nordcoreana Kcna intitolato: “Gli Usa non possono far nulla per evitare che noi diventiamo una potenza nucleare”. «I media del mondo, inclusi Sputnik della Russia, Reuters della Gran Bretagna, Sky News, Business Times Internazionali e Japan Times, hanno espresso stupore per il fatto che il sistema di razzi anti-aerei recentemente testato dalla Rpdc abbia la stessa capacità dei C-300 della Russia o dei Patriot degli Stati Uniti ed è in grado di intercettare sia aerei che missili». Pyongyang quindi celebra la sua capacità nella realizzazione deviatori che ha stupito, e spaventato, il mondo. «I recenti test dimostrano che la Rpdc è in grado di realizzare tutti i tipi di vettori per le testate nucleari tattiche e strategiche e, di conseguenza, è impossibile raggiungere l’obiettivo della denuclearizzazione della Corea del Nord in modo militare. I bombardieri strategici degli Stati Uniti e i mezzi ultramoderni non possono più volare sulla penisola coreana a loro piacimento».

Gli Usa, quindi, per l’organo ufficiale nordcoreano, «non potranno mai controllare la costruzione della forza nucleare Juche della Rpdc. Gli Stati Uniti devono ben tenere a mente che non hanno altra scelta se non modificare la loro politica ostile verso la Rpdc, se non vorranno soffrire per una disgrazia amara».

A questo servizio ha fatto eco un editoriale del quotidiano di partito, Rodong Sinmun in cui si afferma che la Rpdc è una potenza nucleare piena, a prescindere da chi lo riconosca o meno.

«La Rpdc non nasconde il fatto che ha rafforzato la forza militare per porre fine alla decennale contrapposizione con gli Stati Uniti. L’obiettivo generale delle armi Juche sono gli Usa, la fine di tutti mali e la Rpdc è ora pronta a ridurre la terraferma americana ad un mucchio di detriti con un sol colpo (…) gli Stati Uniti e i suoi vassalli stanno piangendo per una “controprova risoluta”, sostenendo che “continueranno la pressione economica e diplomatica”. Ma sarà il loro più grande errore (…) l’azione militare porterà solo alla loro sconfitta e morte».

Antonio Albanese