COREA DEL NORD. Le nuove armi nucleari di Kim Jong un

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La Corea del Nord ha detto che continuerà a condurre test nucleari o missilistici utilizzando armi nucleari più piccole e più diversificate. L’annuncio è stato dato durante un incontro tra un alto funzionario del ministero degli Esteri nordcoreano e rappresentanti diplomatici di quattro paesi del sud-est asiatico, tra cui il Vietnam e il Laos, riuniti per commentare l’ultima prova di Pyongyang del suo nuovo missile balistico, riporta Yonhap.

La Corea del Nord ha testato con successo un missile balistico a medio raggio in grado di portare una testata nucleare, sostenendo che la terraferma degli Stati Uniti è all’interno del suo raggio d’azione. A parlare, secondo Kcna, è stato Pak Jong-hak, direttore degli affari asiatici, che ha detto ai diplomatici di Pyongyang che la Corea del Nord è pronta a contrastare i possibili attacchi di Washington: «Fino a quando gli Stati Uniti e i suoi seguaci non faranno una giusta scelta, produrremo ulteriormente sofisticate e diversificate armi nucleari e metteremo a disposizione mezzi per preparare i test necessari». Le sue osservazioni sono state considerate come il preannuncio di un’altro test nucleare o di un lancio di un missile balistico intercontinentale, Icbm, oggi in fase di sviluppo.

Il missile lanciato il 14 maggio sembra essere il più potente che Pyongyang abbia mai lanciato ed ha avvicinato il regime di Kim Jong-un a realizzare un Icbm. Già a gennaio, il leader nordcoreano Kim Jong-un aveva dichiarato che il suo paese era entrato nella fase finale di preparazione per lanciare un Icbm, nonostante lo scetticismo degli esperti internazionali.

Le minacce a Washingtion non si sono poi fermate sui media nordcoreani. Il Pyongyang Times riporta una serie di servizi sulle possibili ritorsioni legate alle nuove sanzioni Usa: «Le sanzioni, un processo precedente del terrorismo statunitense, sono il suo mezzo principale per attuare la politica di ostilità verso la Rpdc (…)  L’approccio alla Rpdc dell’amministrazione di Trump è una versione espansa delle sanzioni anti-Rpdc che gli Stati Uniti hanno applicato per lungo tempo e ciò che non può andare inosservato è che il Partito Repubblicano e altre forze conservatrici statunitensi sempre più spesso nominano la Rpdc e parlano di terrorismo ogni volta che le relazioni con la Corea del Sud si aggravano (…) La guerra anti-terrorismo della Rpdc contro il malvagio terrorismo americano è un’opzione per l’autodifesa adottata da uno stato sovrano (…) Gli Stati Uniti non dovrebbero cercare di mettere maggiormente alla prova la pazienza della Corea del Sud.

In modo esplicito, la deterrenza nucleare della Rpdc per la sua autodifesa e la capacità di attacco preventivo sono rivolte contro gli Stati Uniti che cercano di isolarla e soffocarla (…) Se l’amministrazione di Trump volesse veramente adottare una nuova politica verso la Rpdc, avvalendosi della lezione tratta dal fallimento dell’amministrazione precedente, dovrebbe cambiare l’armistizio tra la Rpdc e gli Stati Uniti trasformandolo in un accordo di pace (…) per contribuire a garantire una pace duratura sulla penisola coreana.

Se persiste nelle sanzioni anti-Rpdc senza comprendere il suo rivale, l’Amministrazione dovrà assumersi la piena responsabilità per le conseguenze catastrofiche che ne deriveranno».

Antonio Albanese