COREA DEL NORD. La scacchiera nucleare di Kim

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Dopo il nuovo test missilistico nordcoreano, la politica internazionale sta accelerando la mobilitazione per aver ragione di Kim Jong Un. Ma Pyongyang minaccia ancora e fa altre mosse. La situazione nella penisola coreana si sta configurando come una grande parta a a scacchi, nucleari, che vede Seul e Tokyo come alfieri e Pechino come Regina. Trump e gli USA cercano di non fare il Re. Gli Stati Uniti, infatti, non hanno escluso l’opzione militare contro la Corea del Nord: il consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, Herbert Raymond McMaster, ha ribadito che: «C’è un’opzione militare valida» ha poi detto che non è l’opzione preferita, ed ha esortato tutte le nazioni a fare di più per arginare Pyongyang, che ha definito «uno dei problemi di sicurezza più urgenti e pericolosi del mondo», riporta Yonhap.

Il leader nordcoreano Kim Jong-un, commentando a caldo il lancio ha detto che il suo paese ha quasi raggiunto l’obiettivo di completare la forza nucleare nonostante le sanzioni internazionali: «Dovremmo mostrare chiaramente ai grandi sciovinisti come il nostro stato raggiunga l’obiettivo di completare la sua forza nucleare nonostante le loro sanzioni e il loro blocco senza limiti», riporta Kcna.

Ha poi sottolineato «la necessità di porre fine a tutti loro poiché abbiamo quasi raggiunto la fase finale».

Trump si incontrerà in settimana con il presidente sudcoreano Moon Jae-in e il primo ministro giapponese Shinzo Abe a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York giovedì prossimo, ha detto McMaster e la possibilità che la Corea del Sud e il Giappone possano disporre di armi nucleari ha scatenato la ferma risposta negativa di Pechino.

L’ambasciatore cinese negli Stati Uniti ha infatti respinto l’ipotesi secondo cui la Corea del Sud e il Giappone dovrebbero avere armi nucleari per contrastare la minaccia rappresentata dalla Corea del Nord.

L’ambasciatore Cui Tiankai ha detto che la potenziale diffusione di armi nucleari nella regione non porterebbe sicurezza a nessuno. «Potrebbe solo rendere le cose molto peggiori» ha detto Cui, ripreso da Scmp. «Siamo certamente contrari all’esistenza di armi nucleari in qualsiasi punto della penisola coreana… ovunque» Ha detto Cui.

Il ministro della Difesa della Corea del Sud, Song Young-moo, aveva detto, in un’audizione parlamentare a Seul la settimana scorsa, che alcuni legislatori e media stavano spingendo con forza affinché le armi nucleari venissero ridislocate nella penisola. Fino al 1991 gli Stati Uniti disponevano di circa 100 armi nucleari in Corea del Sud.

Un portavoce del presidente della Corea del Sud, Kim Dong-jo, aveva sminuito l’idea ribadendo che «la posizione ferma del nostro governo sulla penisola libera dal nucleare rimane invariata».

Inoltre l’ex ministro della Difesa giapponese Shigeru Ishiba aveva anche messo in dubbio se i principi della nazione di non produrre, possedere o utilizzare armi nucleari offrissero un sufficiente deterrente alla crescente minaccia nordcoreana, riportava Asahi Tv. Ishiba ha sostenuto se fosse «davvero giusto dire che saremo protetti dall’ombrello nucleare statunitense mentre non permettiamo armi nucleari in Giappone». Yoshihihide Suga, segretario del Capo di gabinetto del Giappone, ha poi detto che il governo «sta fermamente difendendo i tre principi non nucleari facendone una questione politica.

Finora non abbiamo discusso di aprirli e non abbiamo intenzione di considerarlo in futuro», ha dichiarato Suga ripreso da Nikkei.

Antonio Albanese