COREA DEL NORD. Intensificati i controlli contro il Covid19: contrabbandieri fucilati

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Un media nordcoreano riporta la notizia degli sforzi per prevenire lo scoppio del coronavirus tra gli studenti universitari che si apprestavano a tornare a lezione dopo le vacanze invernali. La Corea del Nord non ha ufficialmente confermato alcun caso di infezione del virus Covid-19, ma ha intensificato gli sforzi di prevenzione e quarantena contro il virus che si è diffuso in molti altri Paesi: «Gli operatori ospedalieri, in stretta collaborazione con i funzionari amministrativi dell’università e con i ragazzi della lega giovanile, stanno facendo sforzi preventivi per sostenere completamente gli studenti che mostrano sintomi anomali nei test dopo il ritorno dalle vacanze», riporta Tongil Voice, radio di propaganda nordcoreana, riferendosi agli sforzi in corso in un ospedale affiliato alla Kim Chaek University of Technology.

La radio ha notato che gli operatori sanitari stanno elaborando misure per trovare, mettere in quarantena e trattare rapidamente coloro che mostrano sintomi sospetti del coronavirus, aggiungendo che si stanno anche sforzando di assicurare le forniture mediche necessarie, come i farmaci antivirali, non solo per curare i pazienti, ma anche per prevenire un’epidemia all’interno degli ospedali.

I media nordcoreani hanno riportato quasi quotidianamente gli sforzi di Pyongyang per bloccare la diffusione del virus sul suo territorio, come la chiusura dei confini con la Cina e il raddoppio del periodo di quarantena per le persone ad alto rischio fino a 30 giorni.

Pyongyang ha chiesto in precedenza anche alla Corea del Sud di liberare un ufficio di collegamento congiunto nella città di confine del Nord, Kaesong, in una mossa precauzionale, in un momento in cui Seoul ha finora segnalato 30 casi di infezione.

Gli esperti temono che il Nord appaia molto vulnerabile a tali virus, in quanto manca di forniture mediche e delle infrastrutture necessarie per diagnosticare e curare le persone, con alcune speculazioni che Pyongyang potrebbe nascondere un’epidemia.

La Corea del Sud ha spinto la collaborazione con la Corea del Nord nella lotta contro questa malattia infettiva, ma Pyongyang non ha dato seguito alle aperture transfrontaliere.

Il ministero dell’Unificazione di Seoul, che si occupa degli affari intercoreani, ha detto che dipende dai rapporti ufficiali del Nord sul coronavirus per capire le situazioni reali in quel paese, ma ha notato che si sforzerà di apprendere ogni nuovo sviluppo attraverso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che il Nord dovrebbe informare in caso di un’epidemia.

Il blocco delle frontiere comporta una penuria di merci, ma il governo nordcoreano avverte che i contrabbandieri saranno accusati di tradimento. Stando a Rimjin Gang, poi, il 4 febbraio, sette contrabbandieri sono stati arrestati lungo il confine cinese e tre di loro che avevano attraversato il confine sarebbero stati fucilati per ribellione e i loro corpi creati per evitare possibili contagi da coronavirus. La polizia ha diramato questo avviso: «Dato che l’intero paese sta rafforzando le sue difese e sta iniziando le quarantene per bloccare il coronavirus, il contrabbando equivale a un tradimento. Tali atti saranno trattati secondo la legge militare».

Con le importazioni letteralmente tagliate, infatti, le merci cinesi sono scomparse dai mercati locali, facendo salire i prezzi delle scorte. Per questo motivo, sempre più persone considerano il contrabbando una fonte di reddito.

Antonio Albanese