COREA DEL NORD. Gli USA abbattono ICBM, ma noi…

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Se le minacce missilistiche di Pyongyang sono solo propaganda, allora il test statunitense di intercettare un Icbm sul Pacifico, come deve essere interpretato? Un editoriale apparso su Pyongyang Times ha fatto  il punto sulla nuova politica Usa verso la Corea del Nord, nello stesso giorno in cui Washington ha testato con successo il sistema di intercettazione di un missile balistico intercontinentale a lungo raggio.

«Con il passare del tempo sta diventando sempre più chiaro che la politica Usa di “massima pressione e impegno”, anche se chiamata con un nuovo nome, è un’estensione della tradizionale politica verso la Rpdc che gli Stati Uniti hanno persistentemente perseguito per decenni e il culmine della politica tesa a soffocare la Rpdc», riporta il media nordcoreano.

Il punto chiave della “pressione massima” è quello di mettere nei confronti di Pyongyang «una pressione politico-diplomatica intensa che supera di gran lunga quella applicata fino ad ora dai successivi regimi americani sulla Rpdc (…) impiegando tutti i mezzi e metodi possibili in modo da farla cedere alla domanda statunitense di abbandonare il nucleare (…) Poiché gli Stati Uniti ammettono il limite della loro forza nello scontro, stanno cercando di applicare in ogni modo la “pressione più alta che la Corea del Nord abbia mai sperimentato” coinvolgendo non solo i loro stati vassalli, ma anche i paesi confinanti. Le minacce di forza e di pressione militare ad alta intensità costituiscono una componente importante della “massima pressione”».

Il quotidiano di Pyongyang quindi fa rientrare l’approccio di Washington nei suoi confronti nel tradizionale approccio che gli Usa hanno avuto alla questione coreana. Le sanzioni economiche sono parte integrante di un disegno che sta andando al di là di qualsiasi precedente amministrazione Usa e sono tese a isolare la Corea del Nord dal resto della comunità internazionale.

«Spingono la retorica giorno dopo giorno, dicendo che “l’impegno” è orientato all’”insediamento pacifico” della questione nucleare del nord e vogliono anche “l’insediamento attraverso dialoghi e negoziati”, non solo attraverso la pressione (…)

Poiché gli americani sono ben consapevoli che non potranno mai arrestare la Rpdc dalla costruzione delle sue capacità nucleari con mezzi come la “pressione massima”, stanno cercando di coprire la loro misera sconfitta e raggiungere l’obiettivo dello “smantellamento del programma nucleare del Nord“ adottando tutte le tattiche di coinvolgimento, quali appagamento, inganno, negoziazione e dissuasione». Ed a questo punto il giornale di regime esalta gli ultimi lanci missilistici di prova; quelli degli Hwasong 12 e Pukkuksong 2 perché la Rpdc vuole «andare costantemente lungo la sua strada, a prescindere da ciò che altri potrebbero fare con le sanzioni e le pressioni e qualsiasi bravata americana giungerà ad una miserabile fine (…) Il sistema di armi più perfetto al mondo non può rimanere un monopolio statunitense».

Sarà ovviamente solo retorica propagandistica ma questa riflessione nordcoreana  va accostata al successo del primo test Usa sull’abbattimento di un missile balistico intercontinentale in arrivo, lanciata dal Pentagono, che sta aumentando gli sforzi per difendersi meglio dalle crescenti minacce missilistiche provenienti dalla Corea del Nord.

È stato il primo test  a fuoco vivo contro un obiettivo Icbm per il sistema balistico missilistico Usa, riporta Yonhap. Il test  si è svolto sul Pacifico, ed è la risposta ai test missilistici nordcoreani che puntano a creare un Icbm con testata nucleare in grado di raggiungere gli Usa.

Antonio Albanese