COREA DEL NORD. Kim è vivo. Ma che accade se il regime implode?

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Kim Jong Un è riapparso: vivo e vegeto. Sono state smentite quindi le voci che lo davano per moribondo o per morto. Ma che accadrebbe se il regime dei Kim crollasse? Anche se il crollo della Corea del Nord è stato previsto da decenni, ora che sembrava vicino, è interessante vedere come hanno agito i maggiori player dell’area. 

La Corea del Sud ha detto in più occasioni che Kim Jong Un sia vivo e abbia il controllo e anche se così non fosse, il potere resterebbe nella mani dei Kim, visto l’astro sfolgorante della sorella di Jong Un, Kim Yo Jong, superando così la fase di transizione, riporta Ap. Ma se così non fosse? Che farebbero gli altri player geopolitici?

Se il governo di Pyongyang dovesse crollare, entrerebbe in gioco un piano di emergenza Usa-Corea del Sud chiamato OPLAN 5029. Il piano ha lo scopo di mettere in sicurezza il confine e le armi nucleari della Corea del Nord se il governo non potesse funzionare o se il loro controllo fosse incerto. La più grande preoccupazione degli Stati Uniti è che le riserve nucleari della Corea del Nord vengano usate, rubate o vendute.

Il pericolo di un passo falso americano durante un ipotetico crollo del regime comunista sarebbe enorme. Tra i potenziali problemi ci sarebbe il coordinamento con l’esercito della Corea del Sud in un momento in cui le truppe cinesi probabilmente opererebbero anche nel Nord e finanzierebbero immensi sforzi militari e umanitari.

La Cina, infatti, è la principale fonte di aiuti e di sostegno diplomatico del Nord e considera la stabilità politica nel suo vicino un fattore cruciale per la propria sicurezza. Sebbene la Cina abbia accettato le sanzioni delle Nazioni Unite sui programmi di armamento del Nord, è diffidente nei confronti di qualsiasi cosa che possa far crollare l’economia o sradicare il partito del Lavoratori e scatenare un conflitto ai suoi confini. Negli ultimi anni la Cina ha rafforzato le sue difese di confine con la Corea del Nord. Ma molte persone che vivono sul lato cinese del confine sono etnicamente coreane, aumentando i timori di instabilità o addirittura di perdita di territorio se il confine venisse aperto.

A parte i piani congiunti con le forze armate statunitensi, i piani sudcoreani per il crollo della Corea del Nord prevedono come ospitare un afflusso di rifugiati e di come allestire un quartier generale amministrativo d’emergenza nel Nord.

La costituzione della Corea del Sud afferma che la Corea del Nord fa parte del territorio sudcoreano e «alcuni studiosi ritengono che se il Nord crollerà, dovrà essere creato un qualche tipo di ‘entità ad interim’ per fornire il governo locale e il controllo degli spostamenti dei cittadini nordcoreani»; il ministero dell’Unificazione della Corea del Sud ha detto che «si prepara a tutte le possibilità».

A differenza della Cina, la Corea del Sud non può mobilitare un gran numero di soldati necessari per stabilizzare la Corea del Nord. Secondo JoongAng Ilbo:«Se il regime nordcoreano è sull’orlo del collasso, la Cina molto probabilmente invierà truppe al suo alleato e stabilirà un regime favorevole a Pechino nel Paese. Seoul deve fare del suo meglio per ridurre al minimo l’intervento della Cina nel Nord sulla base della solida alleanza con Washington».

Antonio Albanese