COREA DEL NORD. Campi profughi cinesi per i nordcoreani in fuga dalla guerra

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La Cina starebbe pianificando la creazione di cinque campi profughi per i rifugiati nordcoreani man mano che la tensione tra Washington e Pyongyang aumenta.

Oltre un milione di residenti nordcoreani potrebbero fuggire in Cina in caso di conflitto armato nella penisola coreana.

Il piano di Pechino dei campi per i profughi nordcoreani è stato menzionato in un documento interno rilasciato dall’amministrazione pubblica locale della contea di Changbai alla piattaforma China Mobile Communications Corporation. La contea di Changbai è vicinissima alla città nordcoreana di Hyesan ed ospita migliaia di cittadini etnicamente coreani con passaporto cinese.

Nel documento (nella foto), che ha iniziato a circolare su Internet la settimana scorsa, riporta il Daily Mail, si afferma che l’autorità della contea di Changbai intendeva costruire cinque «centri di accoglienza per i rifugiati» perché «la situazione al confine nordcoreano era instabile».

Il governo locale aveva chiesto a China Mobile di fornire la copertura di segnale per i campi profughi.

Nel documento si afferma, anche, che operai della China Mobile hanno testato i segnali nella zona il 2 dicembre. Il ministero degli Esteri cinese ha detto, però, di non esserne al corrente, senza però negarne la possibilità. La contea di Changbai, una contea bilingue mandarino-coreana, condivide un confine lungo 260,5 chilometri con la Corea del Nord ed è separata dalla provincia nordcoreana di Ryanggang dal fiume Yalu. Circa 14.000 residenti a Changbai sono etnicamente coreani, circa rappresentano il 17% dell’intera popolazione della contea, che si trova nella parte meridionale della provincia di Jilin.

La scorsa settimana, il Jilin Daily, quotidiano statale della provincia, aveva pubblicato un articolo su come proteggersi dalle armi nucleari.

La tensione si avverte, oltre che dalla decisione cinese, anche dalla decisione nipponica di dotarsi di missili da crociera a medio raggio, lanciati per via aerea, capaci di colpire la Corea del Nord. Come riporta Asahi Shinbun, si tratta di un acquisto controverso perché simili dotazioni sono le munizioni a più lungo raggio per un paese che ha rinunciato al diritto di fare la guerra.

Il ministro della Difesa Itsunori Onodera non ha fatto riferimento alla Corea del Nord nell’annunciare l’acquisizione e ha detto che i nuovi missili sarebbero serviti per la difesa del Giappone, poiché Tokyo ancora conta sugli Stati Uniti per colpire qualsiasi base nemica, Corea del Nord inclusa.

Antonio Albanese