COREA DEL NORD. Benzina razionata a Pyongyang

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La Cina potrebbe fermare le esportazioni di petrolio greggio verso la Corea del Nord, se Pyongyang conducesse il suo sesto test nucleare. Secondo quanto riporta Nikkei, si tratta di un atteggiamento più duro da parte di Pechino verso il suo vicino ed alleato.

Un test nucleare o il lancio di missili balistici intercontinentali violerebbero le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e la Cina intende rispondere con sanzioni supplementari.

L’opzione per tagliare l’approvvigionamento di greggio della Corea del Nord sarà discussa e il governo cinese alla fine deciderà il suo corso d’azione. La Corea del Nord si basa quasi esclusivamente sulla Cina per il petrolio. la Cina ha spedito circa 500 mila tonnellate di greggio verso Pyongyang ogni anno fino al 2013, secondo l’agenzia doganale cinese. I legami bilaterali si sono raffreddati quell’anno dopo che Pyongyang ha condotto il suo terzo test nucleare e le esportazioni sono rimaste a zero nel 2014; si ritiene però che la Cina continui a fornire greggio alla Corea del Nord in maniera surrettizia.

Il Global Times, giornale estensione del quotidiano di partito Renmin Ribao, ha recentemente pubblicato dei servizi in cui si sostiene che gli esperimenti nucleari della Corea del Nord devono essere fermati e che la Cina dovrebbe rendere chiaro che taglierà le esportazioni di greggio in risposta a ulteriori test.

Gli automobilisti a Pyongyang a partire dal 21 aprile starebbero facendo lunghe code per fare il pieno poiché le stazioni di benzina hanno iniziato a limitare i servizi o a chiudere.

Le vendite sono state razionate e concesse solo a veicoli diplomatici o a quelli utilizzati da organizzazioni internazionali e i prezzi sembravano essere notevolmente aumentati. La benzina sarebbe stata venduta a oltre 1125 won al chilogrammo, a confronto dai precedenti 720; il razionamento sarebbe iniziato il 19 aprile. La benzina viene venduta in Corea del Nord a chilogrammo, approssimativamente equivalente a un litro.

La Cina probabilmente si sente pressata dalla posizione dell’Amministrazione Trump sulla Corea del Nord, e dalla minaccia di conseguenze nel commercio bilaterale tra Usa e Cina se Pechino non fosse intervenuta su Pyongyang. Ma la Cina insiste che qualsiasi sanzione aggiuntiva richieda l’approvazione del Consiglio di sicurezza Onu, un avvertimento contro azioni unilaterali degli Stati Uniti, come l’attacco missilistico americano in Siria.

Antonio Albanese