Riaprire il dialogo con M23

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UGANDA – Kampala 06/09/2013. I leader della regione dei Grandi Laghi hanno deciso che i negoziati di pace tra M23 ribelli e il governo della Repubblica democratica del Congo devono riprendere per porre fine ai combattimenti nella parte orientale dello Stato.

Questo il messaggio della dichiarazione congiunta fatta al termine di una riunione d’emergenza indetta dal presidente ugandese Yoweri Museveni nella sua qualità di presidente di turno della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi (Icglr). Alla riunione hanno partecipato quattro altri presidenti regionali: Joseph Kabila (Repubblica Democratica del Congo) , Salva Kiir (Sud Sudan), Paul Kagame (Ruanda) e Jakaya Kikwete (Tanzania). Presenti anche Mary Robinson, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la regione dei Grandi Laghi e Dlamini Zuma il presidente della Commissione dell’Unione africana. I presidenti hanno chiesto che i negoziati diretti di pace debbano riprendere nei tre giorni successivi al vertice, e concludersi entro 14 giorni. Hanno chiesto anche un cessate il fuoco, e una “pressione” maggiore della forza  Onu su M23 e sugli altri gruppi armati che operano nella regione: Allied Democratic Forces (Adf), Lord’s Resistance Army (Lra), il gruppo burundese National Force of Liberation (Nfl) e l’Interahamwe Democratic Forces for the Liberation of Rwanda (Fdlr). Nel suo intervento , Museveni ha detto: «Anche se si parla molto degli scontri a Goma, ci sono molte aree del Congo orientale vicino al nostro confine che sono infestate da gruppi terroristici interni o esterni al Congo, che hanno terrorizzato come l’Adf la gente al confine tra Uganda e Congo». Museveni ha anche detto che la pace e la stabilità continentale si sono già verificate grazie alla colalborazione interna tra gli Stati e quella con la comunità internazionale come in Sudafrica, Mozambico, Zimbabwe, Angola, Namibia e Guinea Bissau. Robinson ha poi aggiunto: «Gli eventi degli ultimi giorni mettono alla prova gli impegni assunti dai paesi firmatari ai sensi dell’accordo quadro su pace, sicurezza e cooperazione per la Repubblica Democratica del Congo e la regione». L’accordo è stato firmato il 24 febbraio  del 2013 ad Addis Abeba dai leader dei 11 paesi africani tra cui Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Uganda, Sud Africa, Burundi, Congo, Angola e Tanzania che si sono impegnati a non interferire negli affari dei loro “vicini di casa”. I leader hanno anche condannato i recenti attentati nelle aree di Munigi e Goma che hanno fatto molti feriti e morti, tra cui un ufficiale delle Nazioni Unite della brigata d’intervento rapido. I presidenti hanno anche condannato i bombardamenti della RDC in Ruanda. Hanno invitato la comunità internazionale a rispondere alla crisi umanitaria nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo e a fornire assistenza per far fronte alla crisi umanitaria.