CINA. Washington vuole proteggere il vantaggio tecnologico che ha reso gli USA la potenza economica dominante

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Il programma Made in China 2025 è stato lanciato nel 2015, il progetto comprende una vasta gamma di settori, dai chip ai computer, dal cloud alle auto e alle cucine intelligenti, nessun settore dell’economia cinese sfuggirà agli effetti di questo progetto multimiliardario.

Secondo quanto riporta Asia Times, energie rinnovabili, ferrovie e robotica sono settori vitali, tanto quanto l’internet delle cose e la tecnologia intelligente il settore biofarmaceutico, collegati dall’intelligenza artificiale. Si tratta comunque di una parte del modello Made in China 2025, che ha previsto la produzione di almeno il 70% dei materiali high-tech in Cina, come i semiconduttori, entro il 2030.

In effetti, la profondità del programma ha innescato una “corsa agli armamenti” tecnologici, con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha insistito sulla necessità di ridurre gli aiuti di Stato della Cina a favore di queste industrie nel contesto delle tensioni commerciali tra le due economie. Per Asia Times, l’attuale guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina non riguarda il commercio, ma riguarda la protezione del vantaggio tecnologico che ha reso gli Stati Uniti la potenza economica dominante a livello mondiale. 

Pechino poi deve anche fare i conti con l’invecchiamento della popolazione cinese, 1,37 miliardi di persone, nonostante la decisione di allentare la politica del “figlio unico”. La spirale dei salari sta decimando le fabbriche a bassa tecnologia, costringendole a trasferirsi in tutto il Sud e Sud-Est asiatico, con una serie di implicazioni rese pubbliche da uno studio del2017 compiuto dalla Commissione per lo sviluppo nazionale e la riforma della Cina, cioè l’ex organo di pianificazione dello stato.

Entro il 2030, un quarto della popolazione cinese avrà più di 60 anni, circa il 10% in più rispetto al livello attuale; mettendo a dura prova il finanziamento statale dei costi pensionistici e sanitari. Una forza lavoro in calo non farà che aggravare il problema con un calo previsto di 80 milioni di persone di età compresa tra i 15 e i 59 anni nei prossimi 12 anni. Nel 2017, la spesa totale per la R&S è stata di 1,76 trilioni di yuan, un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo dei dodici mesi precedenti, secondo il ministero cinese della Scienza e della Tecnologia. 

Per lanciare comunque il programma di sviluppo tecnologico, Pechino ha istituito numerosi parchi industriali ad alta tecnologia e incubatori di imprese volti a promuovere tecnologie come l’intelligenza artificiale, che ora presumibilmente impiegano più di 50.000 persone, la robotica, il riconoscimento dei volti e i big data.

Il governo ha, inoltre, investito miliardi di dollari nel settore delle energie rinnovabili, nonché in treni ad alta velocità e veicoli elettrici. L’aspetto tecnologico della guerra commerciale con Washington. 

Luigi Medici