CINA. Una nuova enorme diga in Tibet alimenta la tensione con l’India

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Il Brahmaputra, il fiume più alto del mondo, che taglia l’altopiano tibetano lungo il confine sino-indiano, porta nuove tensioni di confine tra Pechino e Nuova Delhi. Queste tensioni sono destinate a crescere con il nuovo piano di Pechino per la costruzione di mega-impianti idroelettrici e dighe attraverso i 2.900 chilometri del fiume Yaluzangbu, o Yarlung Tsangpo, cioè il Brahmaputra, i cui lavori dureranno 15 anni.

È improbabile che i progetti si realizzino a breve, ma la decisone di Pechino ha suscitato a Nuova Delhi una certa irritazione per quanto riguarda la sicurezza dell’acqua nel bacino del fiume Brahmaputra, a valle del fiume, nello stato dell’Assam e nelle regioni limitrofe. Gli stati indiani che confinano a nord con il Tibet sono collegati alle parti principali dell’India dal sottile Corridoio Siliguri, noto anche come il collo del pollo, vicino al Bangladesh.

Con le recenti scaramucce di confine con la Cina, Nuova Delhi non ha preso alla leggera la rinnovata offerta di Pechino di sfruttare uno dei più grandi e importanti fiumi internazionali dell’Asia meridionale. La settimana scorsa sono stati resi pubblici i progetti cinesi di dighe, serbatoi e impianti idroelettrici lungo le gole dello Yaluzangbu/ Brahmaputra. Mancano ancora i dettagli tecnici, ma il piano, che avrebbe reso la diga delle Tre Gole più piccola, è stato interpretato come una tattica di Pechino per bloccare e deviare il fiume dal nord-est dell’India, nel caso in cui dovessero scoppiare nuove ostilità, riporta Asia TImes.

La quantità di energia elettrica che potrebbe essere prodotta sarà tre volte superiore a quella dell’impianto delle Tre Gole nella provincia centrale dell’Hubei, che da quest’anno ha immesso nella rete nazionale cinese 103,1 miliardi di chilowattora di energia elettrica a partire da metà novembre.

Secondo il Renmin RIbao, l’approvazione della dirigenza centrale del Partito Comunista dei progetti correlati lungo lo Yaluzangbu in occasione del plenum di ottobre, ha segnato un «passo epocale verso lo sfruttamento del fiume più alto del mondo» e inaugurerebbe un decennio senza precedenti per il settore dell’energia idroelettrica in Cina; alcuni lavori preparatori erano già stati inclusi nel 14° Piano quinquennale per il 2021-2025.

Negli ultimi decenni, molti altri grandi progetti per la costruzione di dighe in Tibet sono stati bloccati o sono comunque scomparsi in una regione piena di tensioni razziali e geopolitiche. Resta da vedere se la spinta di Pechino questa volta si concretizzerà davvero. Si ritiene inoltre che il nuovo piano idroelettrico di Yaluzangbu sottolinei la nuova visione di Pechino per il Tibet dopo che il presidente cinese Xi Jinping ha convocato una conferenza di alto livello sulla regione autonoma dell’estremo occidente alla fine di agosto.

Pechino si è mossa per esercitare una presa più stretta e stimolare lo sviluppo economico della regione attraverso importanti programmi infrastrutturali, nonché la riduzione della povertà locale e lo sviluppo delle risorse naturali. Pechino ha ripreso a condividere i dati idrologici chiave con i vicini del Sud-Est asiatico e dell’Asia meridionale nel 2018. Oltre al Brahmaputra, altri sei grandi fiumi transfrontalieri della regione, tra cui il Mekong, sorgono tutti nelle province del Tibet, dello Yunnan, del Guangxi e del Sichuan della Cina sud-occidentale.

Il Global Times ha affermato che, nonostante la situazione di stallo al confine, le autorità cinesi e indiane per le risorse idriche continuano a mantenere i contatti e a condividere i dati sul flusso dell’acqua sullo Yaluzangbu.

Graziella Giangiulio