Lo slancio economico di Pechino

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CINA – Pechino 13/09/2015. «L’economia cinese possiede ancora molto slancio». È questo il giudizio che compare sul Quotidiano del Popolo, l’11 settembre, che lo definisce «un riaggiustamento strutturale per trasformare le sfide in punti di forza nel lungo periodo».

Anche se le modeste correzioni e la pressione al ribasso si sono affacciati in alcuni indicatori ufficiali, come le importazioni, le esportazioni e il Pil, questi indicatori chiave sono tutti caduti all’interno di un intervallo ragionevole, prosegue l’anaoisis del quotidiano del partito comunista cinese. Il Pil della Cina, riporta Xinhua, nel 2014, ha registrato la più debole espansione annuale in 24 anni, grazie principalmente a un rallentamento del settore abitativo, all’indebolimento della domanda interna e delle esportazioni instabili. La crescita economica è rallentata ulteriormente al 7 per cento nel primo semestre 2015. Un aumento del 7 per cento non è una conquista facile in un momento di rallentamento dell’economia mondiale, il costo è tra i più alti nelle principali economie, ha detto poi il premier Li Keqiang al Summer Davos Forum che si svolge a Dalian, nel nord-est della Cina. «La Cina è la fonte della crescita globale», ha detto Li, aggiungendo che il paese ha strumenti politici sufficienti per riformare la macroeconomia, e continuerà a implementare misure mirate e innovative per contrastare la pressione al ribasso. La Cina ha contribuito a circa il 30 per cento della crescita economica mondiale nel corso del primo semestre 2015. Di fronte a persistenti ostacoli, il governo di Pechino è determinato a riformare la sua economia in crescita sì, ma più lenta e più sostenibile, basata su una struttura industriale più equilibrata, prosegue invece l’articolo sul Quotidiano del Popolo. Le riforme strutturali sono il miglior catalizzatore per la crescita, prosegue e il governo ha incoraggiato l’innovazione e le start-up, approfondendo anche la riforma delle imprese statali.