CINA. Spionaggio collettivo a difesa dello Stato

238

Non si vedono e passano inosservati ma ogni volta che Pechino ospita un evento importante, vengono mobilitate particolari occhi ed orecchie per vedere se capita qualcosa di anormale che deve poi essere riferita alle autorità. D’altronde la Cina è la patria di uno dei pilastri dell’intelligence universale: Sun  Tzu. 

Il ruolo di questi occhi e orecchie per il momento informali, perché si tratta di iscritti al partito che volontariamente si prestano a questa attività di base, verrà regolamentato a breve, riporta il quotidiano cinese Global Times, ripreso poi da Sputnik, da una nuova legge sull’intelligence in cui si dice che i “metodi professionali” devono essere combinati con la “linea di massa”, espressione interpretabile come un riferimento al lavoro svolto da questi volontari.

I 28 articoli del progetto, che sono stati aperti alla consultazione pubblica fino al 4 giugno, copriranno chi dovrebbe gestire la raccolta di informazioni, i diritti delle agenzie di intelligence e la protezione degli agenti e delle loro famiglie.

Anche se il progetto è stato pubblicato in tono minore, ha ancora suscitato ampia discussione nei media perché è il primo tentativo di regolamentare legalmente la raccolta di informazioni.

L’introduzione del progetto afferma che questa normativa mira a fare sottostare la materia alla legge sulla sicurezza nazionale cinese, la legge anti-spionaggio e la legge anticriminale per tutelare gli interessi nazionali, la sovranità, l’unità e l’indipendenza, l’integrità territoriale e il benessere del popolo. La legge darà alle autorità il diritto legale di monitorare e indagare i cittadini cinesi e stranieri e le organizzazioni per proteggere la sicurezza nazionale.

Negli ultimi anni, gli organi di sicurezza statale hanno scoperto molti casi che hanno scosso il pubblico, come quelli che hanno riguardato le organizzazioni di tutela dei migranti accusate di fare interessi stranieri e di ricevere finanziamenti dall’estero. La nuova legge che intende regolare l’intelligence dimostra che la Cina sta prestando una maggiore attenzione all’argomento.

La legge, riporta il quotidiano cinese, riempirà un posto vuoto nel sistema giuridico in materia di sicurezza nazionale e integrerà tutte le forze rendendo più efficaci i servizi di intelligence cinesi riducendo allo stesso tempo lo spreco di risorse.

Le parti della legge che hanno suscitato il maggior interesse nei media sono gli articoli che si riferiscono al ruolo degli individui. L’articolo 7 e 8 affermano che i lavori di intelligence devono essere svolti secondo la legge e salvaguardare i diritti umani e che il paese proteggerà le persone e le organizzazioni che sostengono l’attività di intelligence, ricompensando coloro che apportano contributi significativi.

L’articolo 19 afferma che sarà istituito un sistema di gestione per quanto riguarda l’iscrizione, la selezione, l’esame, la formazione e il trattamento dei lavoratori dell’intelligence. L’articolo 21 afferma che la sicurezza personale di quanti operano con gli organi di intelligence statale, i loro partner e tutti i loro parenti prossimi saranno protetti. Si tratta della prima volta che viene fatta una simile menzione in una legge riguardante gli operatori del settore. Qui rientra anche la citazione sull’intelligence fornita dalla”linea di massa” perché se le decine di migliaia di volontari terranno gli occhi aperti per segnalare anormalità nella vita quotidiana, la sicurezza nazionale sarà più “facile” da mantenere, riporta  il giornale. 

Nel 2014 il presidente cinese Xi Jinping aveva espresso il concetto di “sicurezza nazionale globale” e aveva dichiarato che la Cina avrebbe costruito un sistema di sicurezza nazionale che includesse 11 tipi di sicurezza, compresa la sicurezza in materia di politica, militare, economia, tecnologica e nucleare.

Nel novembre 2014, la Cina ha rafforzato la sua prima legge anti-spionaggio; nel dicembre del 2016, la prima legge anticorruzione del paese. Con queste due leggi, Pechino ha rafforzato la difesa dei suoi interessi, questa nuova legge potrebbe essere il primo passo nell’attacco per la tutela del interessi nazionali.

Anna Lotti