CINA. Resta elevata l’attrattività economica di Pechino

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La forte e rapida crescita della Cina rimarrà un potente magnete per gli investimenti esteri, nonostante il calo temporaneo degli investimenti diretti esteri, Ide, registrato il mese scorso.

Secondo quanto riporta Xinhua, l’afflusso di Ide verso il continente cinese è sceso del 9,2 per cento su base annua a 80,1 miliardi di yuan a gennaio 2017, secondo i recenti dati del ministero del Commercio. Questo dato è anche inferiore agli 81,42 miliardi di yuan del dicembre 2016.

Il Ministero cinese ha reso noto che il calo anno su anno è dovuto principalmente ad un alto confronto di base nello stesso mese del 2016.

Inoltre, la Festa di Primavera ha portato anche meno rimesse; la Festa di Primavera, la festa del nuovo anno lunare, si è svolta a gennaio quest’anno mentre era a febbraio nello scorso anno; e occorre ricordare che i cinesi hanno sette giorni di vacanza per la ricorrenza.

Il calo non rappresenta alcuna tendenza per l’afflusso annuo di Ide, prosegue il Ministero, la Cina vanta ancora forti condizioni favorevoli per attirare investimenti stranieri nel medio-lungo periodo.

Il Pil della Cina è cresciuto del 6,8 per cento nell’ultimo trimestre del 2016, superiore al 6,7 per cento registrato nei tre trimestri precedenti. Nell’intero anno la crescita è stata del 6,7 per cento, entro l’obiettivo posto del governo di tra 6,5 e il 7 per cento.

L’economia dovrebbe crescere ad un tasso medio annualizzato di oltre il 6,5 per cento nel periodo 2016 – 2020, prosegue il Ministero, ponendo la Cina ancora tra le economie a più rapida crescita al mondo.

La competitività della Cina ad assorbire investimenti rimarrà invariata, visto che la nazione espande la sua apertura, migliora il sistema di mercato e ottimizza l’ambiente di business.

Nel 2016, Pechino ha modificato le leggi sugli investimenti stranieri e ha presentato misure per semplificare le procedure di approvazione per le imprese straniere.

Il paese sta costruendo un contesto di mercato legale per attrarre maggiori investimenti esteri e per dare loro un ruolo maggiore nello sviluppo economico della Cina, secondo quando ha affermato la “Conferenza Centrale del lavoro economico” nel dicembre 2016.

Nonostante il calo complessivo degli Ide a gennaio, quindi, l’afflusso degli investimenti nel settore manifatturiero ad alta tecnologia è salito del 39,9 per cento, in netto contrasto con il declino del 9,5 per cento in tutta l’industria manifatturiera.

Dai dati del Ministero si evince anche che gli Ide nel settore dei servizi ad alta tecnologia hanno anche registrato un aumento del 11 per cento, a fronte di un calo del 9,3 per cento negli investimenti nel settore dei servizi. Nel mese di gennaio, 2010 nuove imprese straniere si sono stabilite in Cina, in leggero aumento dello 0,1 per cento rispetto a un anno fa.

Secondo i dati Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo, la Cina ha ricevuto 139 miliardi di dollari di investimenti diretti esteri nel 2016, terzo paese al mondo dopo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Il dato Unctad è ben superiore dei 126 miliardi di dollari riportati dal Ministero di Pechino.

Graziella Giangiulio