CINA. Pechino punta allo sviluppo del Tibet

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Il premier cinese Li Keqiang ha definito una priorità il mantenimento della stabilità e lo sviluppo della regione autonoma del Tibet.

«Il Tibet ha un posto speciale nel sviluppo complessivo del paese, e il Comitato centrale del Partito comunista cinese ha ulteriormente reso la regione una priorità nel XVIII Congresso del Partito nel 2012», ha detto il premier cinese, riporta China Daily.

Quest’anno Pechino, ha aggiunto il premier, intende fare ulteriori sforzi nel promuovere la stabilità e lo sviluppo del Tibet, che si completano a vicenda attraverso un interesse focalizzato sul miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali. Li ha promesso di migliorare i servizi pubblici in settori come l’istruzione, l’assistenza sanitaria e il riscaldamento.

Pechino poi intende fare maggiori più sforzi per sviluppare le industrie speciali e competitive del Tibet come il turismo, l’energia pulita, la medicina etnica, con la premessa che su tutto deve essere preservata l’ecologia del tetto del mondo.

Ad un’altitudine media di circa 4.000 metri, il Tibet è scarsamente popolato, ha una popolazione di circa 3,75 milioni di persone suddivisi in più gruppi etnici che vivono su 1,2 milioni di chilometri quadrati di terreno, un ottavo dell’intera superficie della Cina.

Lo scorso anno, la crescita annua del Pil del Tibet è stata dell’11,5 per cento, prima delle regioni a livello provinciale della Cina. Inoltre, il governo centrale intende rafforzare il sostegno e le strutture di finanziamento per le infrastrutture di trasporto ed energetico del Tibet.

Il premier cinese ha promesso di intensificare gli sforzi nella riduzione della povertà, in particolare per i gruppi che vivono in prossimità delle frontiere, attraverso la creazione di migliori condizioni di vita e sviluppo industriale.

Per il governo cinese, poi, l’unità deve essere rafforzata per aiutare la pacifica convivenza di tutti i gruppi etnici, promuovere l’armonia religiosa così come salvaguardare la stabilità sociale e la pace.

Lucia Giannini