CINA. Pechino potrebbe bloccare gli accordi economici con gli USA

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Il fallimento di due tornate di colloqui tra delegazioni cinesi e statunitensi per ridurre le tensioni commerciali bilaterali hanno messo in serio rischio gli interessi commerciali Usa, sostenuti dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, quando si è recato a Pechino. 

Come riporta Scmp, Liu He, direttore dell’Ufficio del Gruppo Centrale per gli Affari Economici e Finanziari Pechino, ha incontrato a Washington il rappresentante del Commercio degli Stati Uniti Robert Lighthizer, il Direttore del Consiglio Economico Nazionale Gary Cohn e il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin.  La visita di Liu ha seguito la precedente visita del consigliere di Stato cinese Yang Jiechi, che era stata infruttuosa.  Nessuna svolta, o progresso di alcun genere è stato annunciato dopo gli incontri di Liu.

La permanenza di Liu è stata segnata dall’annuncio di Trump dell’imposizione di dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sui prodotti in alluminio; la Cina è tra i paesi che forniscono questi metalli agli Usa. Questa mossa ha spinto il ministero degli Esteri cinese a chiedere agli Stati Uniti di “esercitare moderazione” nell’uso degli strumenti di protezione del commercio, avvertendo che un loro uso improprio avrebbe seriamente perturbato l’ordine commerciale internazionale. Gli sforzi di Trump per proteggere le aziende nazionali potrebbero far naufragare un pacchetto di 250 miliardi di dollari di affari annunciati quando il presidente degli Stati Uniti ha visitato Pechino a novembre 2017. 

Molti degli elementi del pacchetto di accordi di Trump sono costituiti da memorandum d’intesa e altri accordi non vincolanti. La tempistica seguito da Trump ha creato un problema a Xi Jinping che punta a restare in carica a vita.

Finora Trump, ricorda il giornale cinese, non ha adottato ulteriori misure restrittive o ritorsive come quelle possibili dall’indagine sulla proprietà intellettuale in Cina che potrebbero avere un impatto più profondo delle tariffe sul commercio dei metalli e mettere a repentaglio la più grande relazione commerciale bilaterale al mondo, del valore di 636 miliardi di dollari nel 2017, e investimenti esteri diretti bidirezionali per un valore di oltre 250 miliardi di dollari negli ultimi 10 anni. La Cina non può aspettare una tale mossa, tuttavia, e Pechino potrebbe già prepararsi a rispondere alla mossa di Trump contro le importazioni di metallo con delle misure ritorsive proprio contro le società che hanno firmato MoU a novembre 2017, tra cui ci sono giganti dell’aeronautica come Boeing e dell’IT, come Qualconn. 

Antonio Albanese