Cooperazione Lancang-Mekong

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CINA – Pechino 25/03/2016. La Cina e i paesi lungo il corso del fiume Mekong, Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam, hanno accettato di intensificare la cooperazione per risolvere le controversie sulla gestione delle acque del fiume.

In un incontro, svoltosi a Sanya, città del sud dell’isola cinese di Hainan, il premier cinese Li Keqiang ha detto che grazie alla Cooperazione Lancang-Mekong, o Lmc, i paesi potranno beneficiare della vicinanza geografica, della reciproca amicizia e delle economie complementari dei suoi componenti. È stata la prima volta che i paesi rivieraschi si incontravano dopo il lancio dell’iniziativa Lmc a novembre 2015 nel corso di un incontro tra i ministri degli esteri dei sei paesi nello Yunnan, in Cina, in cui furono concordate cinque aree principali di cooperazione, tra cui interconnettività, capacità di produzione, cooperazione economica al confine, gestione delle acque e cooperazione agricola, riduzione della povertà. Il primo ministro thailandese Prayuth Chan-Ocha, che ha presieduto l’incontro del 23 marzo insieme a Li, ha definito l’accordo un nuovo capitolo nel processo Lmc, che dimostra fortemente la volontà della regione per promuovere la pace, la prosperità e lo sviluppo attraverso sforzi congiunti, riporta Xinhua. Il premier thailandese si è augurato che i sei paesi cooperino per la progettazione di una strategia comune, basata sulla fiducia reciproca e sull’interesse condiviso per rafforzare la cooperazione e affrontare le sfide, come le catastrofi naturali indotte dai cambiamenti climatici, e ha esortato il gruppo a servire da modello per la cooperazione sud-sud. All’incontro ha partecipato anche il primo ministro cambogiano Hun Sen, quello del Thongsing Thammavong, il vice presidente Myanmar Sai Mauk Kham, e vice premier del Vietnam Pham Binh Minh. La Cooperazione Lancang-Mekong segna un maggiore impegno cinese per la distribuzione idrica; finora Pechino si era sempre rifiutata di firmare accordi sull’acqua o di far parte di organizzazioni costituite per la gestione del contenzioso. La Cina è stata anche accusata di danneggiare l’ambiente e le risorse alimentari di circa 60 milioni di persone che vivono vicino al fiume, a causa della sua unilaterale decisione di costruire dighe su larga scala nel corso superiore del fiume.