CINA. La Forward base di Pechino nel Mar Cinese Meridionale

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Fiery Cross Reef è stata trasformata in una base aerea fortificata di 2,8 kmq, in uno dei numerosi progetti di bonifica, previsti dal progetto della Grande Muraglia di Sabbia.

I frenetici progetti di bonifica della Cina nel Mar Cinese Meridionale hanno cambiato radicalmente le scogliere e gli isolotti nelle acque fortemente contestate, riporta Asia Times.

Fiery Cross Reef, Yongshu Reef per i cinesi, è un gruppo di scogliere sparse nelle isole Spratly oggi divenute una fortificazione di 2,8 chilometri quadrati, la terza isola più grande in quelle acque. In un documentario uscito alla fine dell’anno, l’emittente statale cinese China Central Television ha trasmesso delle riprese aeree di Fiery Cross Reef, che è stata trasformata in una grande isola dominata da una pista di 3.125 metri, abbastanza lunga da permettere l’atterraggio dei bombardieri strategici H-6K. La base dispone anche di un ospedale, oltre a installazioni militari che includono radar di allarme rapido e sistemi d’arma di prossimità ravvicinata.

La Cina vi ha fatto atterrare due aerei civili nel gennaio 2016, uno della China Southern Airlines e l’altro della Hainan Airlines. Oggi è un importante centro logistico nell’arcipelago per sostenere le rivendicazioni cinesi di sovranità su tutto il mare.

China Mobile e China Unicom dispongono di stazioni base separate per fornire comunicazione ultra-veloce a 4.5G per gli oltre 200 soldati di stanza a Fiery Cross. Pechino apparentemente intende militarizzare il mare, un’iniziativa conosciuta come la “Grande Muraglia di sabbia”, l’isola è stata creata nel 2015 dopo otto mesi di lavori per aspirare sabbia dai banchi vicini, attraverso una tecnica nota come riempimento idraulico.

Le attività navali cinesi nei pressi delle Spratlys sono iniziate nel 1987, anno in cui Pechino ha iniziato una gara per occupare le isole dell’arcipelago. Fiery Cross Reef fu occupata dalle truppe cinesi nel febbraio 1988, presumibilmente per la costruzione di una stazione di osservazione marina dell’Unesco.

Ma la mossa cinese di occupare Gac Ma Reef (Johnson Reef) è stata osteggiata dal Vietnam e portò a un conflitto armato nel marzo dello stesso anno. Più di 60 marinai vietnamiti sarebbero stati uccisi, quando le fregate navali cinesi aprirono il fuoco e affondarono due navi vietnamite. Nel luglio 1988, i cinesi avrebbero costruito un molo di 300 metri in grado di movimentare navi da 4.000 tonnellate, un’elisuperficie, e la stazione oceanografica di osservazione sulla barriera corallina di Fiery Cross Reef.

Maddalena Ingrao