CINA. Il peso delle imprese statali blocca lo sviluppo liberale

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Le imprese europee stanno cercando di fare causa comune con le imprese private cinesi, nel tentativo di spingere Pechino a riformare le imprese statali.

Le imprese straniere e il settore privato cinese hanno da tempo condiviso le preoccupazioni circa il trattamento preferenziale e la burocrazia favorevole, ma il deterioramento delle condizioni economiche e la lentezza delle riforme di Pechino hanno spinto i due fronti ad essere più vicini.

Fonti imprenditoriali europee citate da Scmp, hanno affermato che alcuni uomini e donne d’affari stanno cercando di trovare nuovi modi di collaborare con le imprese private cinesi per spingere per le riforme. Ma un’azione congiunta con le imprese straniere può essere politicamente sensibile per le imprese private cinesi, e gli europei si sono concentrati maggiormente sulle loro frustrazioni comuni per rafforzare le ragioni della riforma, che consideravano fondamentali per garantire un ambiente operativo equo.

Altri hanno affermato che le imprese europee dovrebbero concentrarsi sulla “neutralità competitiva” per indurre Pechino a riformare il settore statale. Il concetto di neutralità competitiva, ideato per la prima volta dall’Australia negli anni ’80, è stato ripreso dall’Ocse nel 2011 per promuovere la parità di condizioni di concorrenza per tutti i tipi di imprese e scoraggiare le protezioni statali, come le sovvenzioni preferenziali o altri limiti agli investimenti, nelle imprese strategiche.

In Cina questa potrebbe essere la strada da seguire per la riforma. Nell’ottobre dello scorso anno il governatore della banca centrale cinese Yi Gang ha dichiarato che la Cina stava considerando l’applicazione del principio al suo settore statale, e il termine figurava anche nel rapporto di lavoro del premier Li Keqiang consegnato al Congresso del Partito Nazionale a marzo.

Ma gli interessi politici profondamente radicati sono ancora in piedi nel senso della riforma del settore statale. Poiché molte aziende di Stato sono controllate da governi locali e agenzie governative centrali, esse offrono “vantaggi privati di controllo” ai funzionari governativi responsabili, che spesso hanno potere normativo sulle aziende private.

Dopo anni di rapida crescita del settore privato cinese, negli ultimi anni il settore statale ha visto una forte ripresa.

Dal 2010 al 2013, circa la metà di tutto il credito bancario era destinato a società private, mentre solo un terzo circa era destinato a società statali.

Ma da allora c’è stato un drastico cambiamento e nel 2016, secondo i dati del Peterson Institute for International Economics, la quota dei prestiti al settore privato era solo dell’11 per cento, mentre le imprese statali hanno ricevuto l’83 per cento.

Luigi Medici