CINA. Fuggono dagli USA gli introiti delle major di Pechino

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Secondo un recente sondaggio sulle imprese cinesi in America, sempre più aziende cinesi negli Stati Uniti stanno trasferendo i loro profitti in Cina, mentre le tensioni tra Washington e Pechino stanno aumentando fino a sfiorare una guerra commerciale vera e propria e a tutto campo. Citando la probabilità di muri tariffari più alti e più rigorose revisioni governative degli investimenti, le aziende cinesi che operano negli Stati Uniti, sono frustrate da un ambiente di business «sempre più disseminato di nuove sfide», secondo i risultati dell’indagine 2018 condotta dalla China General Chamber of Commerce – Usa.

Ad esempio, solo il 75% dei membri dell’associazione, per lo più aziende cinesi, tra cui Fosun International, PetroChina e ZTE, produttore di apparecchiature di telecomunicazione, hanno dichiarato di reinvestire la totalità o la “maggioranza” dei propri profitti negli Stati Uniti, è un dato in calo rispetto all’87% del sondaggio del 2017. Il 22 per cento ha detto quest’anno che tutti o la maggior parte dei loro profitti tornerà in Cina, rispetto al nove per cento registrato nel 2017, riporta Scmp.

I risultati di questo sondaggio si integrano con quelli pubblicati dal Rhodium Group, una società di consulenza che segue i flussi di investimento tra Cina e Stati Uniti. Il valore degli investimenti cinesi negli Stati Uniti nei primi cinque mesi del 2018 è sceso del 92 per cento, su base annua, a 1,8 miliardi di dollari, secondo Rhodium. L’inclusione nel calcolo delle cessioni di attività negli Stati Uniti da parte di imprese cinesi porta il dato a un valore negativo di 7,8 miliardi di dollari, secondo il rapporto Rhodium.

Molti dei circa 1.500 membri della Cgcc-Usa in particolare quelli che cercano di acquisire tecnologia statunitense, stanno affrontando le conseguenze della dura posizione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tesa a cambiare le politiche commerciali e di investimento di Pechino. Trump ha recentemente annunciato che il mese prossimo entrerà in vigore una tariffa del 25 per cento sulle importazioni cinesi per un valore di 50 miliardi di dollari, spingendo Pechino ad adottare misure equivalenti sulle sue importazioni dagli Stati Uniti. Il presidente degli Stati Uniti ha minacciato di ampliare la portata delle sue azioni punitive fino a 450 miliardi di dollari di prodotti cinesi mirati. L’ambasciata della Cina negli Stati Uniti ha avvertito, infine, che gli investimenti da parte delle imprese cinesi negli States continueranno ad evaporare.

Graziella Giangiulio