CINA. Declassato il debito USA a BBB+

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L’agenzia cinese di rating del credito Dagong Global ha tagliato a BBB+ le prospettive e il rating per gli Stati Uniti, portando la capacità di rimborso del debito della più grande economia mondiale al di sotto di quella di Russia e Botswana e su un piano di parità con Colombia e Perù. Dagong Global, che ha sede a Pechino, ha dichiarato che stava tagliando il rating degli Stati Uniti da A- e che dava loro una “prospettiva negativa” a causa della ridotta capacità del governo federale degli Stati Uniti di rimborsare il debito, una situazione aggravata dai tagli fiscali.

Anche se Dagong non è controllata direttamente dal governo cinese, ha sempre sostenuto che il sistema occidentale dominato da Moody’ s, Standard & Poor’s e Fitch Rating è viziato e la Cina deve avere una propria voce nel settore, riporta Scmp.

Pochi investitori internazionali seguono le valutazioni di Dagong, ma si ritiene che riflettano in parte le opinioni del governo, il principale detentore di buoni del Tesoro statunitense. Moody’s e S&P hanno declassato il rating del credito sovrano cinese, nel 2017 e apparentemente per ritorsione, il ministero delle Finanze cinese non ha utilizzato agenzie di rating quando ha venduto 2 miliardi di dollari in obbligazioni a Hong Kong ad ottobre 2017.

Dagong ha iniziato a valutare altri paesi nel 2010 dopo la crisi finanziaria globale, dando agli Stati Uniti un rating AA all’epoca.

Il suo declassamento degli Stati Uniti è avvenuto poche ore dopo una telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente statunitense Donald Trump.

Stando a Xinhua, Xi ha detto Trump che entrambi i paesi dovrebbero aprire ulteriormente i loro mercati l’uno all’ altro e intensificare la cooperazione, nonostante le crescenti tensioni sullo squilibrio commerciale, definito da Trump non più sostenibile. Il declassamento di Dagong avviene durante un acceso dibattito in Cina sulla possibilità che Pechino smetta di acquistare il debito pubblico degli Stati Uniti; ad oggi Pechino possiede più di 1,19 trilioni di dollari.

Graziella Giangiulio