CINA. Dalla guerra commerciale a quella vera nel Mar cinese meridionale 

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La Cina ha accusato l’America di «gravi provocazioni militari», dopo che un cacciatorpediniere della Marina degli Stati Uniti ha navigato entro le 12 miglia nautiche dall’isola artificiale di Mischief Reef, isole Spratly, nel Mar Cinese Meridionale. L’evento è avvenuto il giorno dopo le nuove tariffe Usa contro la Cina, il primo passo di una vera e propria guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo. Pechino ha anche annunciato che stava approntando manovre navali nelle acque il 23 marzo.

Riporta Scmp, che il ministero della Difesa cinese ha detto che la Uss Mustin era stata “avvertita” da due fregate cinesi. Secondo Reuters, il cacciatorpediniere stava conducendo un’operazione basata sul principio della “libertà di navigazione”, passando entro 12 miglia nautiche da Mischief Reef nelle isole Spratly, dove la Cina ha costruito un’isola artificiale.

È stata la prima operazione Usa di questo tipo da gennaio ed è avvenuta il giorno dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che avrebbe imposto 60 miliardi di dollari di dazi sulle importazioni cinesi, innescando un’immediata rappresaglia da parte di Pechino. «Quello che fanno gli Stati Uniti danneggerà le relazioni e l’atmosfera militare», ha dichiarato Ren Guoqiang, portavoce del ministero della Difesa cinese, «Potrebbe facilmente causare errori di valutazione e incidenti in aria o in mare. Si tratta di una grave provocazione politica e militare alla Cina cui l’esercito cinese si oppone fermamente» ha poi aggiunto.

Il portavoce ha affermato che l’azione spingerà la Cina a rafforzare la sua capacità di difesa nella regione. L’avvertimento è venuto mentre Pechino ha annunciato che stava mettendo in scena una serie di manovre di combattimento nel Mar Cinese Meridionale, proprio a partire dal 23 marzo.

Riporta Xinhua: «Secondo il dipartimento della Marina, questa è formazione di routine parte del suo piano annuale per migliorare la capacità di combattimento, e non è rivolto a un paese specifico o di destinazione». 

Le manovre navali potrebbero essere viste come una risposta alle operazioni “libertà di navigazione” della Marina degli Stati Uniti: «Il Pla ha sempre diversi piani di emergenza e può rispondere rapidamente quando pensa che un’esercitazione debba essere effettuata» riporta il quotidiano di Hong Kong.

Tommaso dal Passo