La futura impresa agricola cinese

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REPUBBLICA POPOLARE CINESE – Pechino 26/12/2013. La Cina si è prefissa lo scopo di approfondire le riforme rurali e di rafforzare la modernizzazione agricola, secondo quanto appare nella dichiarazione ufficiale emanata dopo la conferenza centrale lavoro rurale conclusasi il 24 dicembre. 

Alla due giorni hanno partecipato sia il presidente cinese Xi Jinping, che il premier Li Keqiang.

L’agricoltura è ancora debole nel paese che persegue quattro obiettivi politico-sociali di sviluppo: industrializzazione, informatizzazione, urbanizzazione e modernizzazione agricola. «L’agricoltura è ancora il fanalino di coda, nella costruzione di una società prospera» si legge nel comunicato, nonostante negli ultimi trent’anni, la riforma del settore sia stata accelerata attraverso piani di sviluppo di vasta portata.

Fondamento dello sviluppo economico della Cina, quello agricolo ha mantenuto una crescita costante nel 2013 nonostante le alluvioni e le siccità, con produzione di grano annua pari a 601,9 miliardi di chilogrammi, in crescita del 2,1 per cento annuo, decimo anno di crescita consecutivo nel settore.

Il reddito pro capite degli agricoltori dovrebbe essere cresciuto con margini più ampi nel 2013 rispetto al resto della popolazione urbana, per il quarto anno consecutivo, vista la nascita di nuove imprese agricole moderne.

La Cina punta a raddoppiare il reddito degli agricoltori entro la fine del 2020, prendendo come punto di partenza quello del 2010, secondo quanto annunciato agli inizi di dicembre dal ministro dell’Agricoltura Han Changbin.

«Sono stati fatti maggiori sforzi per sviluppare un’agricoltura specializzata, per espandere le scelte lavorative, offrire politiche preferenziali e facilitare la riforma dei diritti di proprietà per raggiungere quest’obiettivo» ha detto Han.

Nel 2014, la Cina potrà garantire la sicurezza alimentare nazionale e continuare a perseguire lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura con una capacità produttiva maggiore attraverso l’introduzione di strumenti scientifici e tecnologici nuovi , secondo la dichiarazione della Conferenza economica centrale sul lavoro svoltasi alla meta di dicembre 2013 e che ha tracciato i piani economici per il 2014.

Nel frattempo, la riforma rurale è stata delineata come “settore chiave” nel pacchetto di riforma della Cina pubblicato a novembre 2013, attraverso un uso razionale del suolo, l’urbanizzazione e maggiori diritti di proprietà per gli agricoltori. La crescente domanda di grano, risorse e restrizioni limitate hanno portato a una fornitura di grano che ha coperto a stento la domanda pur se incrementata. La capacità di produzione della terra è la chiave per miglioramenti nella produzione cerealicola, garantendo maggiori guadagni agli agricoltori.

A differenza della riforma rurale “bottom -up” iniziata nel 1978, il progresso rurale odierno, secondo i dirigenti cinesi, ha bisogno più di pianificazione “top-down” attraverso leggi specifiche per facilitare la riforma rurale e i diritti di proprietà, di registrazione e di scambio per facilitare l’integrazione con lo sviluppo dell’ambiente urbano, per consentire agli agricoltori di condividere i risultati della modernizzazione del Paese. L’attuale struttura economica duale urbano-rurale fa riferimento a diversi modelli di crescita nelle città e nelle zone rurali che portano a un ampio divario urbano-rurale, problema cronico per il Paese, si legge in un documento del novembre 2013 in materia.

Le relazioni urbano-rurali dovrebbero essere impostate in maniera tale per cui il settore industriale promuova l’agricoltura, le aree urbane siano a sostegno dello sviluppo rurale, l’agricoltura e l’industria incrementino le produzioni a vicenda e lo sviluppo urbano e rurale siano integrati, si legge nel documento.

In pratica si parla di vera imprenditoria agricola, quando si consente agli agricoltori di utilizzare il loro diritto alla terra per diventare azionisti delle industriale legate al mondo dell’agricoltura.