CINA. A Wuhan venivano maneggiati agenti patogeni, altro che serpenti…

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Dopo la peste suina, che ha decimato la popolazione di maiali in Cina, oggi dall’Oriente arriva la nuova “influenza dei serpenti”, come è stata ribattezzata la diffusione del coronavirus che sta espandendosi globalmente. 

La teoria secondo cui i serpenti, che fanno parte della dieta cinese, siano gli animali che hanno portato questa malattia nell’uomo, secondo la rivista Wired, traballa non poco e sarebbe quindi prematuro definirla così. 

Di questa nuova influenza sappiamo per certo quale sia l’epicentro: la metropoli cinese di Wuhan. Questa città, ignota ai più, fino a pochi giorni fa, ospita un laboratorio di biosicurezza livello 4 (Bsl-4), cioè una struttura certificata e abilitata a gestire e maneggiare agenti patogeni più pericolosi del mondo. 

Si tratta di un dato che lascia pensare parecchio, molto più che della teoria dei serpenti e dei pipistrelli di cui si legge in questi giorni. 

Quello di Wuhan, il National Bio-safety Laboratory, ci informa Nature fin dal 2017, è uno dei laboratori di biosicurezza nella Cina continentale più all’avanguardia. Ma fin dalla sua apertura le preoccupazioni non sono mancate: «Alcuni scienziati al di fuori della Cina si preoccupano della fuga di agenti patogeni e dell’aggiunta di una dimensione biologica alle tensioni geopolitiche tra la Cina e le altre nazioni», riportava Nature

Il BSL-4 è il più alto livello di biocontenimento: i suoi criteri includono il filtraggio dell’aria e il trattamento dell’acqua e dei rifiuti prima che lascino il laboratorio, e prevedono che i ricercatori si cambino i vestiti e si facciano la doccia prima e dopo aver utilizzato le strutture del laboratorio. Tali laboratori sono spesso al centro di molte controversie.

Il laboratorio di Wuhan, costato 300 milioni di yuan, concentra la sua ricerca sul controllo delle malattie emergenti. 

L’Accademia delle Scienze cinese ha approvato la costruzione di un laboratorio BSL-4 nel 2003, e l’epidemia di Sars funse da volano per il progetto. Il laboratorio è stato progettato e costruito con l’assistenza francese nell’ambito di un accordo di cooperazione del 2004 sulla prevenzione e il controllo delle malattie infettive emergenti, ci informa Nature. Molti membri del personale del laboratorio di Wuhan si sono formati presso un laboratorio BSL-4 a Lione.

Ma le preoccupazioni che nascono su ogni simile struttura, circondano anche il nuovo laboratorio cinese: il virus della Sars è fuggito più volte da strutture di contenimento di alto livello a Pechino, ricordano gli scienziati intervistati all’epoca dalla rivista e la mancanza di apertura totale voluta dal regime di Pechino potrebbe esser dei ostacolo, aggiunsero altri. 

Ora propio da Wuhan, partita la nuova epidemia su larga scala di un virus simile alla Sars e la città da 11 milioni di abitanti, è in questi giorni una città fantasma, completamente sigillata dal resto del mondo, assieme ad altre vicine; mentre nel resto del mondo gli scali aeroportuali stanno diventando un presidio medico d’emergenza. 

Sarà interessante vedere cosa ci aspetta nei prossimi giorni. 

 Maddalena Ingrao