CILE. Ecco l’eredità di Pinochet che Piñera non vuole cancellare

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Più di 1,2 milioni di cileni hanno partecipato venerdì 25 alla più grande manifestazione dal ritorno alla democrazia, nel 1990, per chiedere all’Assemblea Costituente di costruire un paese meno disuguale e più giusto, senza i resti di Pinochet. La mobilitazione a Santiago, replicata in altre città del paese sudamericano, ha come richieste centrali: il ritorno delle Forze Armate nelle caserme, il ritiro delle norme considerate contro il popolo e la convocazione di un’Assemblea Costituente per sostituire la Magna Carta del 1980, promulgata dalla dittatura di Pinochet.

Sebbene il Cile sia tornato alla democrazia formale nel 1990, la nazione andina ha ancora leggi e istituzioni create durante il regime militare del 1973-1990. La Costituzione entrata in vigore nel 1980 ha installato una nuova cultura economica e sociale che ha consolidato il modello neoliberale con un pregiudizio ideologico in cui prevaleva il conservatorismo, riporta Telesur.

Il Cile ha il sistema educativo più privatizzato e divisorio tra i 65 paesi che utilizzano il test Pisa, che misura le conoscenze degli studenti dei paesi appartenenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Ocse. In Cile, l’istruzione universitaria non è un diritto. Anche molte delle università che un tempo erano pubbliche sono più costose di quelle private a causa del loro prestigio accademico. Nel 1981, Pinochet ha privatizzato gli istituti di istruzione superiore gratuita, passando da stato sociale a stato sussidiario.

Nello stesso anno, ha creato le Isapres, istituzioni sanitarie pensionistiche amministrate private per finanziare le prestazioni sanitarie, un’alternativa ad alto costo cui la maggior parte dei cileni non può accedere. Per gran parte del popolo cileno, nel 1979 ha creato il Fondo Sanitario Nazionale, Fonasa, un sistema sanitario che ha sostituito il vecchio sistema di finanziamento della sanità pubblica.

In termini di trasporti, il paese sudamericano ha uno dei sistemi di trasporto pubblico più costosi della regione: in Cile la tariffa della metropolitana equivale a 1,13 dollari, in Brasile a 0,99 dollari, in Colombia a 0,67 dollari e in Argentina a 0,43 dollari. L’aumento del prezzo di questo servizio è stato lo stimolo per le proteste che, secondo i dati della Procura della Repubblica cilena, hanno fatto almeno 17 morti e migliaia arrestate.

Dal 1939, l’aborto volontario, sicuro e libero era possibile in Cile, ma nel 1989 Pinochet ha stabilito che l’interruzione di gravidanza, per qualsiasi motivo, fosse un crimine. Nell’agosto 2017, l’aborto è stato decriminalizzato, ma solo per tre motivi: stupro, minaccia di vita per la madre e gravidanza impossibile da sostenere. Nel 1980, quando Pinochet pose fine al vecchio sistema pubblico e solidale di pensionamento per gli anziani e creò l’Afp, Administraciones de Fondo de Pensiones, un sistema che riunisce diverse aziende private che forniscono il servizio e che sono pagate al 100% dai lavoratori.

Gruppi per i diritti sociali hanno chiesto per anni, in particolare il governo del presidente Sebastián Piñera, di riformare la legge che governa i Carabineros dandogli carattere militare. I Carabineros, nel corso degli anni, sono stati denunciati per continue violazioni dei diritti umani a causa dei loro abusi di autorità.

Lucia Giannini