Caos in Pakistan

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PAKISTAN – Quetta. Un attentato a Quetta con oltre 80 vittime ha scatenato le proteste della popolazione contro il governo, che si sta preparando per le elezioni previste tra pochi mesi. L’attentato avvenuto il 16 febbraio è stato rivendicato da Lashkar-e-Jhangvi (Lej).

«L’attacco terroristico agli hazara sciiti di Quetta è un fallimento dell’intelligence e delle forze di sicurezza» ha detto Nawab Zulfiqar Ali Magsi, governatore della provincia del Baluchistan

Il bilancio delle vittime degli attentati è salito a 84, la maggior parte delle vittime erano nel bazar principale della città, capitale del Baluchistan, vicino al confine con l’Afghanistan. Le proteste verso il governo sono aumentate anche per la mancata lotta contro la povertà, la corruzione e interruzioni di elettricità che affliggono la zona. Lej ha anche rivendicato l’attentato dello scorso mese a Quetta in cui sono morte circa 100 persone, uno dei peggiori attentato in Pakistan. Dopo l’attentato, i leader sciiti hanno invitato i militari pachistani a prendere il controllo della sicurezza a Quetta e a bloccare il Lej. Le organizzazioni politiche sciite hanno indetto uno sciopero a Quetta per protestare contro l’ultima carneficina, per il 17 febbraio. Molti negozi e bazar sono stati chiusi.  Funzionari dei servizi segreti pakistani dicono che i gruppi estremisti, guidati da Lej, vogliono destabilizzare la nazione e aprire la strada a una teocrazia sunnita. Più di 400 sciiti sono stati uccisi in Pakistan lo scorso anno. Alcuni gruppi integralisti sciiti hanno reagito uccidendo religiosi sunniti.