CAMERUN. I ribelli anglofoni continuano a uccidere 

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Più di 20 persone sono state uccise in una delle regioni anglofone del Camerun, secondo fonti locali, lo scorso 26 maggio, anche se le circostanze esatte della loro morte non sono state immediatamente chiare. L’incidente, avvenuto nella città di Menka, nella regione nord-occidentale del Camerun, è uno dei più gravi da quando, lo scorso anno, i secessionisti armati della minoranza anglofona hanno lanciato un’insurrezione contro il governo centrale, prevalentemente francofono.

Secondo Reuters, sono stati trovati almeno 34 corpi a Menka, alcuni erano donne e altri ragazzi adolescenti. Il portavoce dell’esercito, colonnello Didier Badjeck, ha detto ai media locali che le truppe governative hanno circondato un albergo a Menka la mattina del 25 maggio dopo che vi era stata accertata la presenza di ribelli separatisti. Ne è seguito un lungo scontro a fuoco e «diversi terroristi sono stati neutralizzati», ha detto Badjeck, senza fornire ulteriori dettagli.

L’anno scorso è scoppiato un conflitto armato nelle regioni anglofone nord-occidentali e sud-occidentali del Camerun, dopo che il governo ha represso violentemente le proteste pacifiche iniziate nel 2016 contro l’emarginazione degli anglofoni. La divisione linguistica del Camerun risale alla fine della Prima guerra mondiale, quando la Società delle Nazioni divise l’ex colonia tedesca del Camerun tra i vincitori alleati francesi e britannici.

Decine di persone sono state uccise dalla fine dello scorso anno, tra cui più di 20 soldati e poliziotti aggrediti dai separatisti, e decine di migliaia di rifugiati sono fuggiti nella vicina Nigeria. Gli Stati Uniti e i gruppi per i diritti hanno accusato il governo di Yaounde di aver incendiato i villaggi e di aver effettuato uccisioni mirate nelle regioni anglofone, accuse che il governo ha negato con rabbia. Le ultime violenze si verificano a pochi mesi di distanza da un’elezione in cui il presidente Paul Biya, che ha governato il paese produttore di petrolio dell’Africa centrale negli ultimi 35 anni, dovrebbe candidarsi per un nuovo mandato.

Maddalena Ingrao