Genocidio cambogiano: processo a Ta An

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CAMBOGIA – Phnom Penh 16/03/2016. La Corte internazionale che sta processando i leader dei Khmer rossi ha accusato di genocidio Ao An.

Dal 14 marzo, Ao An, noto anche come Ta An (nella foto), ora dovrà difendersi dalle accuse di sterminio della minoranza musulmana Cham, così come di schiavitù, tortura, persecuzione e matrimoni forzati, tra le altre accuse mossegli dalla cortei internazionale. L’imputato, che ora ha ottant’anni, è stato vice segretario della Regione centrale del regime cambogiano nel 1977, quando le esecuzioni nelle prigioni e nei campi di lavoro sono aumentate in modo significativo.

Il tribunale internazionale dell’Onu ha diviso il processo contro i leader dei Khmer rossi in quattro parti e ha anche suddiviso alcune delle accuse e dei casi relativi per timore che molti degli imputati possano morire prima della condanna a causa dell’età avanzata.

La prima parte del processo ha coinvolto Kaing Guek Eav, alias Duch, che è stato condannato all’ergastolo nel 2012 per la gestione del centro di detenzione e tortura S-21 ed del campo di sterminio di Choeung Ek, alla periferia di Phnom Penh. La seconda riguardava Nuon Chea, numero due dei Khmer rossi, l’ex capo di Stato Khieu Samphan, l’ex ministro degli Esteri Ieng Sary e sua moglie e l’ex ministro degli Affari Sociali Ieng Thirith. Ieng Sary è morto nel 2013 all’età di 87 e sua moglie è morta lo scorso agosto all’età di 88.

Nel 2014, Nuon Chea, 89 anni, e Khieu Samphan, 84, sono stati condannati all’ergastolo per crimini contro l’umanità, mentre stanno affrontando procedimenti per altre accuse. La terza e la quarta parte del processo riguardano Ta An, il vertice della marina Meas Muth e i segretari provinciali Im Chaem e Yim tith.

Il regime dei Khmer rossi guidati da Pol Pot prese il potere in Cambogia nel 1975 e ha ucciso circa 1,7 milioni di persone nel suo sforzo di liberare il paese del capitalismo, dalla cultura occidentale e da altre influenze straniere durante il suo governo di quattro anni, concluso con una invasione da parte di truppe vietnamite. Pol Pot è morto a 73 anni nell’aprile 1998 nel suo nascondiglio all’interno della giungla cambogiana, dove è stato tenuto prigioniero dai suoi stessi seguaci.