Burundi sul filo del rasoio

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BELGIO – Bruxelles 22/05/2016. Un anno dopo la crisi scatenata dalla decisione del Presidente Pierre Nkurunziza di candidarsi per un terzo mandato, la situazione in Burundi rimane critica.

Il nuovo documento dell’International Crisis Group, “Burundi : anatomie du troisième mandat“, descrive un anno di violenze sociali e politiche nel paese. La radicalizzazione delle posizioni del regime, in costante aumento dalle seconde elezioni nel 2010 e poi intensificatasi nel 2015, si è realizzata con l’aumento della linea più dura degli uomini del partito di governo. Questi sono determinati a farla finita con il sistema istituzionale creato dagli accordi di Arusha, un accordo tra hutu e tutsi del 2000 che ha creato un sistema di quote etniche per le istituzioni statali, tra cui l’esercito, e ha stabilito un limite presidenziale due mandati . Questa strategia politica di smantellare l’accordo e il ritorno alla retorica violenta e a tattiche che ricordano la guerra civile, hanno generato una grande paura nella società burundese, che, pur essendo profondamente allarmata, non ha ancora ceduto alle tattiche di incitamento all’odio etnico-politico. Governo e opposizione sono in Tanzania dal 21 maggio, per salvaguardare la struttura di Arusha ed evitare una ripetizione del tragico passato del paese.