Svelati parte dei misteri dei buchi neri

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CILE – Santiago del Cile 08/02/2015. L’astronomo cileno Paulina Lira, il 5 febbraio, ha reso pubblici i dettagli della sua ricerca per calcolare la rotazione dei buchi neri.

Lira, membro del Dipartimento di Astronomia dell’Università del Cile, ha detto che la ricerca ha richiesto 80 ore di osservazione dei buchi neri con il telescopio situato presso l’Osservatorio Cerro Paranal, nella desertica regione di Antofagasta. Lo studio, pubblicato sul British Monthly Notices della Royal Astronomy Society, è durata un anno e ha previsto l’analisi di 40 buchi neri o quasar al centro di distanti galassie, la luce da cui è stata emessa quando l’universo aveva solo un quinto della sua età attuale, 13,8 miliardi di anni. I buchi neri sono più alte concentrazioni di materia che esistono, nel senso che la massa contenuta in essi è infinitamente compressa e occupa un singolo punto nello spazio. «Una tale massa (…) non consente a nessun oggetto nelle vicinanze di sfuggire dal suo campo (…) inclusa la luce gravitazionale, fatto che li rende completamente neri», ha detto Lira all’agenzia Efe. L’astronomo cileno ha detto che i buchi neri «sono oggetti super semplice che si caratterizzano per la loro massa e della loro rotazione, molto difficile da misurare». Lira e la sua squadra hanno studiato il comportamento del materiale incandescente che girando si prepara a cadere nei buchi neri, fatto che li induce a crescere e a essere sempre più grandi. Il calcolo della rotazione dei buchi neri «ci permette di capire come sono cresciuti durante tutta la vita dell’universo e perché hanno queste masse gigantesche», ha aggiunto. Lo studio, intitolato “Active galactic nuclei at z ~ 1.5: I. Spectral energy distribution and accretion discs” è l’analisi dei risultati ottenuti dallo studio di 30 quasar. «Dobbiamo ancora studiare le ultime 10. L’idea è quella di estendere l’indagine a campioni molto più grandi, per sapere cosa si può imparare da loro», ha detto.