Brasile. Olimpiadi a rischio?

69

BRASILE – Rio de Janeiro. Il presidente brasiliano Dilma Rousseff è sotto pressione per porre il veto ad un disegno di legge sulle royalty petrolifere che ridurrà i ricavi dello Stato di Rio de Janeiro e potrebbe mettere le Olimpiadi del 2016 e la Coppa del Mondo del 2014 in serio pericolo.

La proposta di legge approvata dal Congresso martedì 6 novembre prevede il taglio taglio dei canoni versati ai governi degli Stati in cui si produce circa l’80 per cento del petrolio e del gas naturale del Paese per distribuire tali entrate più equamente tra i 27 Stati federali e tra più di 5.500 comuni. La legge indirizzerebbe anche le royalty a un fondo nazionale per i programmi sociali.

Gli Stati di Rio de Janeiro e Espirito Santo, che hanno sperimentato un boom economico legato all’estrazione del petrolio, rischiano di perdere la maggior parte dei propri introiti. Rio da solo perderà circa 2 miliardi di dollari nel 2013 e dovrebbe rinunciare a 39 miliardi di dollari di fatturato entro il 2020.

Il governatore di Rio, Sergio Cabral , ha avvertito Brasilia che rischiano di saltare Olimpiadi, Mondiali di calcio e pensioni dell’intero Stato. Il presidente Rousseff non ha ancora deciso se firmare o porre il veto alla proposta di legge, ha, infatti, 15 giorni di tempo per studiare il disegno di legge e decidere.

La legge è stata approvata un anno fa dal Senato, ma è stata tenuta ferma presso la Camera dei Deputati, controllata dall’opposizione da tre stati produttori di petrolio.Il sostegno schiacciante di Stati che non producono petrolio ne ha, però, sbloccato l’iter.

Al largo della costa del Brasile vicino a Rio de Janeiro e San Paolo, sono stati scoperti giacimenti che possono contenere fino a 100 miliardi di barili di petrolio e gas naturale, secondo l’istituto brasiliano Petroleum Institute dell’Università di Stato, a Rio de Janeiro.

Sarebbero scorte sufficienti a coprire tutte le esigenze di petrolio degli Stati Uniti per più di 14 anni.

 

L’indecisione della Rousseff a porre o meno il veto alla proposta di legge sta nella certezza che il governo dello Stato di Rio de Janeiro adirà certamente la Corte Suprema per contestare la legittimità, prevista dal progetto di legge, di modificare i contratti esistenti. Una simile battaglia legale creerebbe rischi reali per l’industria petrolifera e potrebbe ostacolare le prime aste sui diritti di estrazione nel 2013.

 

Il partito del presidente del Brasile vuole che la ricchezza petrolifera sia usata per la povertà e migliorare il tenore di vita della popolazione della sesta più grande economia mondiale.

 

Il Brasile, infatti, sta cercando di modernizzare il proprio sistema infrastrutturale “fatiscente” ormai un serio ostacolo alla sua crescita e sviluppo.