Brasile. Vietati i finanziamenti politici alle aziende

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BRASILE – Brasilia 20/09/2015. La Corte Suprema del Brasile ha vietato i contributi aziendali a partiti politici e alle campagne elettorali, una pratica comune che secondo il tribunale ha contribuito in parte alla corruzione nel caso Petrobras e al suo contraccolpo politico.

Nella sentenza, i giudici hanno dichiarato illegittima una legge del 1995 che, secondo i media brasiliani, ha permesso alle aziende di donare fino al 2 per cento delle loro entrate lorde dell’anno precedente. Le nuove norme dovrebbero entrare in vigore a partire dalle elezioni comunali dell’ottobre 2016. La sentenza arriva pochi giorni dopo che il Congresso ha approvato una legge, non ancora firmata dal presidente Dilma Rousseff, che ha modificato lo stesa legge del 1995. Il disegno di legge permetterebbe ancora alle aziende di fare donazioni durante le campagne elettorali ma non ai singoli candidati, secondo i media brasiliani, che citavano un tetto massimo di 20 milioni di reais a impresa. Il timore ora è che la decisione della Corte Suprema potrebbe aiutare Rousseff a non porre il veto alla nuova legge. Anche se fosse firmata, l’Avvocatura brasiliana ha già detto che porterebbe la legge davanti alla Corte Suprema per incostituzionalità. Lo scandalo coinvolge i principali gruppi di ingegneria e edili accanto al gigante Petrobras: 20 aziende private e circa 50 uomini politici, la maggior parte dei quali membri della coalizione di governo, sono stati implicati nello scandalo. La polizia afferma che il denaro ricevuto dai politici è stato spesso mascherato da “donazioni” per la campagna elettorale e oggi debitamente segnalato alle autorità elettorali e fiscali del Brasile. La stessa campagna per la rielezione di Rousseff dello scorso anno è tra quelle indagate per fondi illeciti.