BOLIVIA. Al voto senza Morales accusato di sedizione e terrorismo 

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La Bolivia va verso nuove elezioni; dopo quasi 14 anni, Evo Morales non candidato, ma dovrebbe avere un ruolo politico all’interno del suo partito, il Movimiento al Socialismo – Instrumento Político por la Soberanía de los Pueblos, Mas. 

Il presidente ad interim, Jeanine Añez, ha decretato domenica scorsa la legge di emergenza eccezionale e transitoria per le elezioni generali del 2020, approvata all’unanimità il giorno prima dal Congresso, dove il Mas detiene la maggioranza in entrambi i rami.

Per quanto riguarda l’emanazione della legge d’emergenza e l’attuale scenario politico, si parla di una possibile non iscrizione del Mas, poiché è il partito il cui candidato era Evo Morales alle elezioni del 20 ottobre scorso. I risultati delle ultime elezioni presidenziali sono stati annullati da questa nuova legge, mentre l’organo elettorale che l’ha svolta è oggetto di indagine da parte della Procura Generale per sospetta frode a favore del candidato del Mas, riporta Efe.

Per il senatore Edwin Rodriguez di Unidad Democrata, il partito del presidente ad interim, «ci sono varie interpretazioni» su chi potrebbe essere responsabile del sospetto di frode e che «deve prima essere dimostrato in quali condizioni sia stato commesso (…) Le indicazioni di frode possono eventualmente essere attribuite al corpo elettorale o al MAS come partito di Morales».

In ogni caso, il nuovo Tribunale Elettorale Supremo determinerà se vi siano o meno motivi di esclusione. Ciò che il governo provvisorio ha chiarito molto chiaramente è che Morales non può candidarsi nuovamente all’alta carica, e che nessun capo di Stato può tentare di rimanere al potere per più di due mandati, come stabilito dalla costituzione.

Il vice presidente di Morales, Alvaro Garcia Linera, ha detto dall’esilio in Messico che né lui né Morales si candideranno alle prossime elezioni.

Dal giorno prima delle dimissioni di Morales, il 10 novembre, sotto la pressione delle forze armate, alcuni dei suoi ex alleati, come la Central Obrera Boliviana, Cob, i sindacati dei lavoratori agricoli e le organizzazioni indigene hanno preso le distanze dal loro leader. Alcuni si sono persino uniti alle fila di coloro che chiedevano le sue dimissioni.

Il Mas vuole mostrarsi forte e unito “per il bene del paese”, continuando a denunciare il colpo di stato perpetrato contro Morales.

Il governo provvisorio di Añez dice che Morales può tornare nel paese, ma dovrà affrontare le accuse presentate contro di lui per terrorismo e sedizione.

Maddalena Ingrao