BLOCKCHAIN. Pechino stringe la sua morsa 

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Le nuove normative dell’Amministrazione cinese del Cyberspazio prevedono la raccolta di maggiori informazioni personali da parte degli utenti dei servizi blockchain. Oltre a cercare di rimuovere l’anonimato intrinseco dalla tecnologia, la Cina vuole anche censurare i contenuti e ispezionare i dati degli utenti.

Quest’ultimo giro di vite, riporta Asia Times, su questa tecnologia è in linea con la politica di chiusura di Pechino verso le criptomonete. Secondo i resoconti dei media locali collegati allo stato, gli utenti cinesi che vogliono utilizzare i servizi blockchain dovranno utilizzare i loro nomi reali e i dati anagrafici nazionali. Le nuove regole proposte costringeranno anche le aziende che offrono servizi che utilizzano la tecnologia blockchain a censurare le informazioni ritenute “minacciose” per la sicurezza nazionale e permetteranno alle autorità di accedere e ispezionare i dati degli utenti. 

La soppressione dei servizi blockchain da parte del regime non è una novità. È chiaro che la Cina non vuole che blockchain pubbliche o che i suoi cittadini abbiano libertà di espressione e privacy per i propri dati. Il divieto di Pechino sulle cripto-valute e le Ico l’anno scorso hanno portato all’esodo delle startup blockchain dal paese.

Regolamenti molto restrittivi sono già in vigore: Pechino richiede il nome e l’identificazione per la registrazione sui social media; nel 2017 è entrata in vigore una vasta legge sulla sicurezza informatica, che conferisce all’Amministrazione statale l’accesso a tutte le aree stampa, pubblicazione, radio, cinema e televisione. Si tratta di una normativa ampiamente criticata per le violazioni della privacy; ma all’inizio di questo mese un’altra serie di regolamenti ha dato alle autorità di sicurezza il potere di entrare nei locali delle aziende che offrono servizi internet e di ispezionare i dati.

Un recente studio ha mostrato che la censura Internet cinese nota come il “Great Firewall” potrebbe esercitare una “forte influenza” sulla distribuzione e sul prezzo del Bitcoin.

Graziella Giangiulio