Black bloc a Piazza Tahrir

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EGITTO – Il Cairo. Ve li ricordate i Black bloc? Da Seattle (1999) a Genova (2001), erano e sono una presenza quasi fissa nelle manifestazioni del mondo antagonista europeo; ora sbarcano anche sulle altre coste del Mediterraneo: in Egitto. Il movimento è iniziato con le chiamate per le dimostrazioni attraverso i social network, per poi evolversi come il gruppo che si è manifestato sulla strada alla vigilia della ricorrenza della rivoluzione del 25 gennaio, ufficialmente per proteggere i manifestanti.

Le agenzie di stampa egiziane successivamente hanno riferito la partecipazione del movimento in diversi eventi violenti, come ad esempio gli scontri di Qasr al-Sheik Ainy e Rihan street, e la messa a fuoco della sede centrale dei Fratelli Musulmani e di un ristorante che apparteneva presumibilmente alla Fratellanza. Il tutto in aggiunta alla partecipazione del movimento ad altri eventi, alcuni violenti, a scontri con le forze di sicurezza, e alle interruzioni dei servizi della metropolitana e della circolazione stradale.

Questi fatti hanno prodotto informazioni contrastanti sul Black Bloc egiziano. Il fatto poi che più di una singola pagina di Facebook si chiami “Black Bloc” e che i suoi membri si siano astenuti dal comparire pubblicamente hanno probabilmente complicato la situazione, alimentando la leggenda e a dividere le opinioni.

Alcuni li hanno considerati criminali, vandali e ladri, e altri li vedono come uno strumento utilizzato dai servizi di sicurezza dello Stato per terrorizzare i cittadini; i loro sostenitori, però,  sono cresciuti tra i gruppi giovanili e sui siti di social network.

Il Black Bloc non è un fenomeno egiziano. Si tratta, in estrema sintesi, di una tattica internazionale di protesta risalente al 1980. Fu usata per la prima volta in Germania Ovest, a Berlino e Amburgo, durante le proteste contro la costruzione di un impianto nucleare e i ripetuti tentativi da parte della polizia di allontanare residenti e occupanti abusivi. Più tardi, il Black Bloc si trasferì negli Stati Uniti, protestando di fronte al Pentagono nella Giornata della Terra nel 1989, e contro l’Organizzazione mondiale del commercio a Seattle nel 1999. Il movimento è emerso ancora una volta a Londra, per protestare contro la politica di austerità del governo nel 2000 e a Genova nel 2001.

Il movimento si basa sull’idea di celare l’identità dei loro aderenti, formando gruppi separati che non si conoscono ra di loro, una tecnica già usate dalle cellule rivoluzionarie comuniste, ad esempio, nel secolo scorso. Ogni gruppo è composto da da 10 a 100 unità, il numerò dipende dalla capacità di ciascun gruppo di promuovere l’idea rivoluzionaria per attrarre così nuovi membri.

Nelle proteste, i gruppi utilizzano tattiche offensive e difensive con le forze di polizia, si mimetizzano e utilizzano diversi metodi di resitenza al lkancio di gas e alle cariche delle forze dell’ordine. Usano anche tattiche offensive per fare pressione sul governo, distruggendo proprietà di grandi imprese capitalistiche, come le banche.

Nel gruppo regna quello che potremmo definire anarchismo politico; in pratica creare caos serve a distruggere la struttura socio-statuale esistente per organizzare una società senza Stato, il vero nemico.

L’emergere del Black Bloc in Egitto ha coinciso con l’anniversario della rivoluzione. Tuttavia, l’idea è sorta a mese di novembre 2012, quando i manifestanti, in strada contro le politiche presidenziali a Ittihadiya, il palazzo presidenziale al Cairo, si sono scontrati con gruppi affiliati alla Fratellanza che ha negato ogni addebito. 

Per questo il  Black Bloc ha detto che vuole «proteggere i manifestanti dalle milizie della  Fratellanza, in modo che si sentano sicuri e che il loro numero aumenti» In una intervista ad Al Hayat, il fondatore ha detto che gli obiettivi del blocco sono precisi: «Rovesciare lo stato dei tiranni, il terrorismo, la povertà, l’ignoranza e il sottosviluppo (…)  Rovesciare lo Stato incompetente». 

Nella storia egiziana non è la prima volta che emergono simili movimenti : nel 1934, sorsero le Camicie Verdi, fondata dal Movimento dei Giovani egiziani, e le camicie blu, del partito Wafd. Hassan al-Banna formò le Camicie Khaki e Al-Tanzim Al-Khaas.